Esteban Cambiasso
Generosità, intelligenza e abnegazione. Il “Cuchu”, soprannome ereditato da bambino da un personaggio della televisione argentina che lo ha reso ancor più familiare a tutti i tifosi nerazzurri, ha lasciato il segno grazie ad una passione e un interismo unici. In mezzo al campo ha giocato ovunque, smistando, impostando, segnando e rendendo la vita difficile agli avversari. Cervello e anima della squadra del Triplete, è arrivato all’Inter nel 2004 in punta di piedi e nei suoi 10 anni in nerazzurro ha alzato 15 trofei e indossato la nostra maglia in 430 occasioni, accompagnando l’Inter sempre più in alto, con le sue giocate e i suoi gol, ben 51, alcuni bellissimi come quello al volo nella finale di Coppa Italia del 2006 e pesantissimi come la rete nell’ottavo di andata di Champions League 2009/2010 contro il Chelsea a superare Cech. Sempre presente, sotto porta ma soprattutto per i compagni, a dare equilibrio alla squadra e fluidità alla manovra. Cambiasso ha lasciato il segno nei tifosi nerazzurri e nei giocatori che con lui hanno condiviso il campo e che in lui hanno sempre trovato un punto di riferimento. Mai eccessivo ma sempre fondamentale grazie alla sua intelligenza e alla sua capacità di leggere rapidamente il gioco. Le sue esultanze a mostrare con orgoglio i colori nei quali si è riconosciuto e per i quali ha sofferto, lottato e gioito sono indimenticabili come la sua dedizione per la squadra, per i tifosi e per la storia di questo Club. La sua gioia alla festa per la conquista della Champions League 2010, con indosso la maglia numero 3 in ricordo di Giacinto Facchetti rimane una delle fotografie più chiare di quello che ha lasciato all’Inter e a tutti gli interisti.