Lautaro come Nyers, 133 gol come 'Le grand Etienne': la storia
Squadra
— 21 ott 2024Con il gol alla Roma il capitano nerazzurro aggancia al settimo posto della classifica marcatori di tutti i tempi l'eccezionale attaccante nerazzurro tra il '48 e il '54
Il nuovo traguardo statistico di Lautaro Martinez porta tutta la famiglia nerazzurra a riscoprire una figura straordinaria della storia del nostro Club. Arrivando a quota 133 gol, il capitano è diventato il settimo marcatore di tutti i tempi con la maglia nerazzurra, raggiungendo proprio al settimo posto Istvan Nyers, attaccante che dal 1948 al 1954 ha disputato con l’Inter 182 partite, segnando 133 gol: una media realizzativa strabiliante.
Lautaro con Nyers, dunque. Estro e potenza, e le similitudini possono proseguire, andando a cercare negli archivi, leggendo gli articoli dell’epoca, scovando ricordi e testimonianze di chi restava ammirato dalle gesta de “Le grand Etienne”.
Istvan, Etienne, Stefano. Modi diversi per chiamare questo incredibile calciatore arrivato dalla Francia, dove già gonfiava, quasi spaccava, reti a ripetizione. Lo allenava, guarda caso, Helenio Herrera, in una trama che non poteva che tingersi di nerazzurro, diventando storia, leggenda.
Istvan nasce nel centro minerario di Freyming-Merlebach in Francia, al confine con la Germania, il 25 marzo 1924, da genitori ungheresi. E proprio l'Ungheria è dove cresce, dove inizia a giocare a pallone, a danzare sui campi da calcio con virtuosismi degni della Csárdás, nobile ballo magiaro. Gli aneddoti, i racconti, si intrecciano, si fatica a distinguere la verità dalla leggenda quando si racconta la sua partenza, definitiva, dall’Ungheria.
La guerra alle porte, la fuga con la giovane moglie Anna, il passaggio in Cecoslovacchia prima dell’approdo in Francia, allo Stade Français, proprio agli ordini del Mago HH. Nasce così anche un’altra leggenda: quella sulla nazionalità di Nyers. Apolide, senza nazione. Le poche apparizioni con la magnifica nazionale ungherese, quella di Puskás, Kocsis e Hidegkuti, non avranno seguito, perché per tutti, Istvan, sarà sempre l'apolide.
Soprattutto, però, Nyers era un giocatore formidabile, non imponente ma massiccio, potente. Il suo tiro, poi, era leggendario. Scatto in progressione, abilità con entrambi i piedi, carattere deciso. Una definizione tattica moderna lo configurerebbe come ala d’attacco capace di giocare sia a destra che a sinistra, potente, di fatto ambidestro, dotato di garretti d’acciaio.
Quando il talent scout Giulio Cappelli lo porta a Milano, sponda Inter, è il 1948. Prima di diventare “Stefano”, Nyers è “Le grand Etienne”. Lo è già per via dei 34 gol segnati in Francia, molti frutto di un tiro potente, potentissimo, tanto da richiamare alla mente Felice Levratto, lo storico ‘sfondareti’ del Genoa (ma anche dell’Inter) cantato dal Quartetto Cetra nella canzone Che centrattacco!!!
La presentazione è unica: al debutto contro la Sampdoria, il 19 settembre 1948, Nyers mette a segno una tripletta. Cavigliere bianche sopra ai calzettoni, sfrontatezza e potenza. I gol si accumulano, tanti, tantissimi, dentro a una squadra piena di attaccanti estrosi e unici: con Nyers ci sono Benito ‘Veleno’ Lorenzi, Lennart ‘Nacka’ Skoglund e Servaas ‘Faas’ Wilkes, il tulipano volante.
È un'Inter unica, che somma gol e vittorie. Alla prima stagione Nyers vince il titolo di capocannoniere, 26 reti in 36 partite. Poi ne segna tanti altri: 30 alla seconda stagione, 31 alla terza e via, così, 23, 15, 8. Gli scudetti arrivano nelle sue due ultime stagioni, quelle meno prolifiche, ma i suoi gol sono sempre pesanti. Il suo zampino c’è sempre, anche nel mitologico derby vinto 6-5 nel 1949.
La leggenda esonda dal terreno di gioco, Nyers è una figura popolare, che vive Milano nel profondo e che fa impazzire i tifosi, anche per via degli 11 gol segnati nei derby contro il Milan (terzo marcatore di sempre della stracittadina milanese). Tra una vita veloce anche fuori dal campo, gol e dribbling, la carriera di Nyers in nerazzurro si chiude nel 1954 dopo 182 partite e 133 gol, risultando per anni – fino al gol di Lautaro che lo ha raggiunto, segnando proprio alla maniera di Istvan – il miglior marcatore straniero della storia dell’Inter. Proseguirà, poi, tra Italia, Svizzera e Spagna, sempre a caccia di nuove sfide. Muore nel 2005, in Serbia.
Un fratello del mondo, una figura che non poteva non essere nerazzurra. Nella storia del club come Stefano, Istvan, le Grand Etienne. Semplicemente, Nyers.