Il discorso di Giuseppe Marotta all'Assemblea degli Azionisti dell'Inter
Società
— 28 ott 2021Alle mie spalle c’è l’immagine che tutti noi – un anno fa - avremmo voluto fosse presente oggi in apertura di questa presentazione.
L’icona più significativa, quella che rappresenta l’orgoglio di essere Campioni d’Italia e di aver riportato l’Inter dove – per storia, blasone, per la passione di milioni di tifosi in Italia e nel mondo – merita di essere sempre.
Le ultime 2 stagioni sportive – così come gli ultimi 2 anni della vita di ciascuno di noi - sono state sconvolte dalla pandemia globale. Questo impatto devastante ha reso ancora più arduo e glorioso il nostro cammino che ha dovuto imbattersi nelle difficoltà di eventi drammatici e straordinari.
L’obiettivo che ci eravamo posti sin dall’inizio di questo ciclo era quello di costruire una squadra solida, compatta che sapesse incarnare il senso di appartenenza e i valori che contraddistinguono il Club, in grado di acquisire, nel tempo, quella indispensabile mentalità vincente che nel calcio è alla base di qualsiasi successo.
Con questa visione abbiamo da subito posto le fondamenta che ci hanno consentito di raccogliere risultati importanti già nel corso della stagione interrotta dal lockdown.
La conquista del diciannovesimo scudetto premia la visione strategica, la passione, l’impegno della nostra Proprietà e del Presidente Steven Zhang che non ci ha fatto mai mancare il suo fondamentale sostegno.
L'impostazione di un percorso virtuoso impostato su una visione moderna e più etica della gestione dei Club, non riguarda solo l’Inter ma l’intero sistema calcio afflitto da problemi cronici e strutturali resi ancor più evidenti dalla pandemia.
Questo percorso deve essere necessariamente favorito da un dialogo costante e collaborativo con le Istituzione politiche e sportive su temi cruciali quali la valorizzazione delle risorse del prodotto, il contenimento dei costi del lavoro favorendo un meccanismo certo di differimento della tassazione, il ribilanciamento dei calendari sportivi nazionali ed internazionali a tutela dei club e dei calciatori, l’incremento delle infrastrutture.
L’impegno dell’Inter, la nostra presenza all’interno del mondo delle istituzioni, è rivolto a sviluppare queste tematiche urgenti ed essenziali per garantire continuità e futuro al nostro sport.
Con la consapevolezza e l’orgoglio di essere Campioni d’Italia, di aver interrotto un dominio che durava da 9 anni consecutivi, ci siamo immersi immediatamente nell’avventura di questa nuova stagione.
Con Inzaghi abbiamo scelto un allenatore giovane e bravissimo ma allo stesso tempo già esperto e vincente. Un allenatore in grado di dare continuità al progetto tecnico intrapreso, perfettamente allineato con la nostra visione che ha accettato questa sua nuova sfida con grandissimo entusiasmo, umiltà ma anche tanta ambizione.
In sintonia totale con la Proprietà, ci siamo posti gli obiettivi di coniugare una politica di riduzione dei costi e diminuzione dei salari - coerente con la strategia che il Club ha impostato per il futuro nel percorso verso la stabilità e la crescita sostenibile - con il mantenimento della competitività sportiva ai più alti livelli.
Sono state fatte delle operazioni di mercato mirate ed importanti nell’ambito dei parametri che ci eravamo prefissati. Voglio fare le congratulazioni al nostro Direttore Sportivo Piero Ausilio e a tutti i componenti dell’area sportiva per il grande lavoro svolto.
Oggi la nostra Inter è ancora competitiva per essere protagonista in tutte le manifestazioni.
Sappiamo quanto sarà difficile ripetersi.
Sappiamo che sarà una stagione ancora più difficile della scorsa, con tanti club competitivi ed alla fine un solo vincitore.
Questo inizio di stagione è stato per noi positivo. Il Mister Inzaghi ha già dato la sua impronta: pratichiamo un calcio più corale ed offensivo. Sapevamo di poter incontrare alcune difficoltà dovute ai cambiamenti. Ma la sfida ci stimola e siamo solo all’inizio.
Affrontarla con il Tricolore puntato sul petto ci rende ancor più consapevoli della nostra forza.