I conflitti e i dubbi di un allenatore Inter Campus
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— 13 nov 2020Nelle parole schiette e sincere di Nelson, disillusione e speranza di tanti allenatori che, come lui, non si arrendono al destino di molti ragazzi
“Guardare questa foto mi dà molta gioia, ma anche molta tristezza.
La gioia di vedere su ogni viso il sorriso puro e sincero di essere bambino, di giocare, di correre dietro al pallone, di festeggiare un gol imitando un giocatore della nazionale o il proprio idolo del calcio. Non ha prezzo e nessun denaro al mondo paga per questa felicità. E mi rattrista sapere che molti di loro, sfortunatamente, in un futuro molto prossimo getteranno via la loro vita, sia a causa dell'alcol, sia per la droga o per altre cose sbagliate.
Mi dispiace essere così franco, ma è la pura realtà.
Ho visto questo film diverse volte. È molto triste, piango anche solo ricordando quanti bambini c'erano, nella stessa foto, scattata anni fa. Tanti bambini che ho visto crescere, fino a diventare adolescenti e, purtroppo, iniziare a fare cose sbagliate. È molto triste. Ognuno di questi bambini ha un sogno, ma purtroppo non tutti saranno in grado di realizzarlo. Molti sogni saranno persi lungo la strada, molti sogni verranno rubati dall’alcol, smarriti per drogarsi, per mancanza di opportunità o per problemi familiari. Parlo per esperienza: sono passati più di 20 anni di progetto Inter Campus: ho avuto molte gioie, ma anche molte tristezze. Avrei davvero voluto aiutare ogni bambino, ogni famiglia… ma non posso. E’ complicato per le persone che vivono all’interno della comunità. È triste vedere quel ragazzino che ha iniziato proprio lì, sul nostro campetto, quando aveva sei sette anni, che ho visto crescere. E che oggi camminando nel quartiere vedo perso tra alcol e droga. È straziante.
Molti diranno “Che t’importa, non è tuo figlio...” Ma credo che in qualche modo abbiamo tutti la responsabilità di portare sulla strada giusta questi bambini. Questa settimana sono stato molto toccato dalla testimonianza di una madre: suo figlio ha partecipato al progetto molti anni fa e purtroppo oggi è in prigione. Istintivamente, notizie come questa, mi hanno portato a pensare di terminare il progetto. Ma le parole che ha pronunciato questa mamma mi hanno fatto fermare, pensare, fare un respiro profondo e dato la motivazione per continuare. Nonostante tutto, oggi anche suo nipote gioca nella squadra. Ha detto "Mio nipote non vede l'ora di iniziare a giocare a calcio in Inter Campus, è molto ansioso! E grazie per le opportunità che hai dato a mio figlio...” Ecco, sono queste persone e queste parole che mi fanno davvero credere, nonostante non siano figli miei, che posso fare la differenza nelle loro vite. Nonostante non si riesca a salvare tutti. So per esperienza quanto sia dolorosa la sofferenza legata alle sorti di un figlio, conosco mamme che affrontano quotidianamente questa sfida. Figli dipendenti da alcolici o sostanze stupefacenti, che spesso stanno alzati tutta la notte per strada mentre i loro genitori sono a casa preoccupati, che a volte rincasano quando i genitori sono già usciti per andare a lavorare: è molto doloroso.
Ecco oggi vorrei chiedere a ogni madre a ogni rappresentante di famiglia di prendersi cura dei propri figli, dare loro più attenzione, più affetto, abbracciarli, perché a volte hanno solo bisogno di voi nella loro vita.
Grazie a ciascun genitore per la fiducia, grazie di cuore.”
Nelson, nucleo di Caju, Inter Campus Brasile