Marotta: "Siamo l'Inter, dobbiamo sempre dare il massimo"
Società
— 8 set 2022Le parole del CEO Sport nerazzurro ai microfoni di Sky Sport
Il CEO Sport Giuseppe Marotta ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport nella quale ha analizzato la prima parte della stagione dell'Inter:
Dopo questo avvio di stagione com'è l'umore di un dirigente d'esperienza come lei? C'è stata occasione di confrontarsi con l'allenatore e lo staff tecnico? "C'è sano realismo: ogni sconfitta porta con sé un'analisi più attenta di quelle che possono essere le problematiche. Il confronto fa parte dell'essere dirigente, abbiamo uno staff molto unito dal punto di vista dirigenziale e tecnico. Da un confronto nasce sempre qualcosa di importante e positivo per il futuro". La partita con il Bayern ha mostrato distanze incolmabili tra certe squadre e le squadre italiane, in questo caso l'Inter? "L'Italia calcistica nel ranking si trova in una posizione di seconda fila. Lo strapotere della Premier League, della Bundesliga e della Liga ormai è visibile, ci sono squadre che hanno potere di spesa e possono permettersi grandissimi campioni. In Italia è molto più difficile, ma questo non deve rappresentare un alibi. Abbiamo perso contro una squadra più forte ma dobbiamo andare alla ricerca di quelli che sono gli eventuali difetti". Che cosa ha inciso di più in questo avvio di stagione? Si tratta di un problema legato a un aspetto atletico o mentale? "La preoccupazione non deve portare ansia o paura, deve portare con sé un'analisi approfondita e il coraggio di fare scelte importanti, come è stato fatto contro il Bayern da parte di Inzaghi. Bisogna migliorare sia dal punto di vista dei singoli che del collettivo e sapere che l'Inter è sempre l'Inter. È un Club con una storia e un blasone importanti: l'Inter deve essere sempre competitiva a prescindere da quali giocatori vanno in campo". Le scelte nella partita contro il Bayern che segnale hanno rappresentato? "Sono state scelte di coraggio. L'allenatore è principalmente il gestore di una squadra, di un gruppo che in questo momento ha grande stress rispetto agli impegni che deve affrontare da qui al 13 di novembre. Sono tanti, Inzaghi ha una rosa di qualità a disposizione e deve utilizzarla nel migliore dei modi a seconda delle caratteristiche dell'avversario e delle indicazioni che fornisce l'allenamento. Credo che Inzaghi lo stia facendo nel migliore dei modi, anche se purtroppo le ultime due partite sono coincise con due sconfitte". Inzaghi ha la fiducia totale del club? "Ci mancherebbe. Inzaghi sta facendo un ottimo lavoro: sa gestire benissimo la squadra e sa allenarla molto bene. Noi siamo l'Inter, bisogna dire una cosa importante: serve una maggior accortezza e motivazione da parte di tutti, sia da parte dirigenziale, sia da parte tecnica e dei giocatori. Il peso di questa maglia non è indifferente quando viene indossata, dobbiamo onorarla nel migliore dei modi. Mi dispiace per quei 60mila che hanno assistito al match con il Bayern e per i 70mila che ci sono stati in altre occasioni perché noi abbiamo l'obbligo di ripagare nel migliore dei modi chi ci dà fiducia. Dobbiamo crederci fino in fondo proprio perché la stagione è appena iniziata e questi errori non possono far altro che darci qualcosa di positivo per il futuro". Quanto manca Lukaku a questa Inter? Si avverte la sua assenza? "Il calcio è un gioco collettivo e si gioca in 11. Non bisogna mai poggiare le proprie forze e aspettative solo su un giocatore, anche se parliamo di Lukaku che sicuramente è un grande calciatore. Io credo che coloro che lo sostituiscono devono essere all'altezza dell'Inter e di quello che rappresenta ed essere sempre in grado di sostituire ogni altro giocatore. Non dobbiamo poggiare le nostre aspettative sul singolo ma sulla squadra: da questo punto di vista so che abbiamo a che fare con una squadra composta da professionisti. In questo momento non ci sta girando bene, ma dobbiamo avere fiducia, consapevolezza e dare il massimo". Il grande obiettivo stagionale dell'Inter rimane la vittoria del campionato? "L'Inter quando partecipa a una competizione ha l'obbligo di competere sempre per il massimo. La seconda stella è un sogno che secondo me potrebbe essere realizzabile. Dobbiamo però crederci fino in fondo: affrontiamo una griglia di avversari molto forti, ma questo non ci deve assolutamente destabilizzare e non ci deve spaventare. Alla fine vincerà la squadra migliore, se saremo noi tanto meglio, altrimenti dovremo comunque compiere fino in fondo il nostro dovere".