Un gol di Rodri condanna una grande Inter: la Champions è del City
Road to Istanbul
— 10 giu 2023Finale amaro per la squadra di Inzaghi, battuta 1-0 a Istanbul: il City sfonda nella ripresa, poi una serie di incredibili palle gol per i ragazzi. Traversa di Dimarco, Ederson prodigioso su Lukaku e Gosens.
Quante volte le riguarderemo, quelle traiettorie. Il pallone spinto di testa da Dimarco che si infrange sulla traversa, quello colpito da Lukaku che viene tolto dalla linea da Ederson, quello della disperazione di Robin Gosens, allontanato dalle mani del portiere brasiliano. Da non crederci, è vero. Il calcio è crudele, il calcio è questo. E una squadra così bella, così generosa, così forte come l'Inter, è costretta a piangere lacrime amare, lacrime ingiuste. Vince il Manchester City, si laurea campione d'Europa: la Champions League va alla squadra di Guardiola, una corazzata piena di campioni e di bel gioco che vince 1-0 grazie al gol di un mediano, e poi è costretta ad aggrapparsi ai pali e alle parate del proprio portiere. L'Inter perde, è vero. E chiude la stagione con una delusione cocente, ma anche con un orgoglio infinito. Quello degli oltre ventimila tifosi che hanno fatto chilometri su chilometri, che hanno trasformato l'Ataturk in una succursale di San Siro, riempiendolo di nerazzurro, colori e suoni. Perdiamo di un gol, perdiamo dopo una traversa, almeno due occasioni clamorose, dopo un primo tempo ben giocato, dopo un gol subito in uno dei pochissimi spazi concessi. Una prova enorme: abnegazione difensiva, controllo degli spazi, coraggio e generosità. Non sono bastate. La stagione si chiude dopo 57 partite, due trofei, e questa finale tanto meritata. Gli occhi del mondo addosso, le quote degli scommettitori ad aleggiare sopra lo stadio, i fiumi di inchiostro e le parole dei commentatori sportivi ad accompagnare il fischio d'inizio. Da Milano a Istanbul, da Manchester a Istanbul: tutto si concentra allo stadio Atatürk. Perché la finale di Champions League è qualcosa di unico, è qualcosa di speciale. Che si approccia prima come una festa, poi come un'enorme montagna di tensione da smaltire. Nemmeno lo show prima del fischio d'inizio può aiutare a diluire il carico di pensieri e aspettative generati dall'attesa. Quando Marciniak fischia l'inizio di Manchester City-Inter, non c'è più ritorno. La finale inizia, non si torna indietro. Il possesso di palla del City si manifesta fin dal fischio d'inizio: la squadra di Guardiola controlla il gioco, studia i possibili varchi nella difesa nerazzurra. L'Inter è ben messa, ma deve soffrire sull'iniziativa personale di Bernardo Silva che dopo sei minuti disegna una carezza mancina che sfiora l'incrocio. Uno spavento iniziale, in un avvio più a marca inglese, che però l'Inter trasforma in un tesoro per affrontare i minuti successivi. Con grande abnegazione e capacità di lottare sulle seconde palle la squadra di Inzaghi alza il proprio raggio di azione: sono break improvvisi - con Barella e Dimarco - che portano i nerazzurri ad affacciarsi in avanti, pur senza stuzzicare Ederson. Lo stadio è diviso equamente tra tifosi nerazzurri e inglesi, ma risuonano solo i cori interisti, quello che hanno accompagnato la squadra in tutti i match di questa lunghissima stagione. Al 27'la grande occasione per Haaland, la prima per il temuto centravanti: imbucata in area, sinistro in diagonale e risposta pronta di Onana. Un chiaro campanello dall'allarme nel momento migliore per il City. Che, però, perde uno dei suoi alfieri: De Bruyne dà forfait per un problema muscolare, al suo posto subentra Foden. L'Inter ne approfitta per aumentare il possesso di palla e chiude il primo tempo con una buona gestione del pallone, in un primo tempo giustamente chiuso sullo 0-0.
Accelera in avvio di ripresa la squadra di Guardiola. L'Inter sa soffrire, senza concedere grosse chance. Sono poi delle fiammate a tenere a debita distanza il City, spesso troppo lezioso nella costruzione delle azioni offensive. Lautaro al 59' si trova davanti l'occasione della partita, su un'indecisione difensiva: Ederson gli sbarra la strada. Dall'altra parte Acerbi, Darmian e Bastoni confezionano una prova difensiva totale, ma devono capitolare al 68'. L'imbucata di Akanji per Bernardo è letale, la palla del portoghese viene respinta dalla difesa nerazzurra ma arriva sul destro di Rodri, implacabile nell'imbucare. Un gol che scuote lo stadio, che fa pensare al City di aver vinto, ma senza fare i conti con una Inter da applausi. Si riversa in avanti con una forza incredibile la squadra nerazzurra e va subito a un passo dal pari, con il colpo di testa di Dimarco che si infrange sulla traversa, con Ederson scavalcato. Un'occasione enorme, non sarà l'unica. Onana conserva l'1-0, Inzaghi dà fondo alla panchina: dopo Lukaku, entrato per Dzeko, entrano Gosens, Bellanova, Mkhitaryan e D'Ambrosio. Al 44' un perfetto cross di Brozovic trova la sponda di Gosens per Lukaku: il colpo di testa di Romelu a botta sicura trova il ginocchio di Ederson, che ferma il pallone proprio sulla linea. Incredibile. Il City si salva, ma annaspa. Lo fa fino al 96', quando sull'ultimo corner del match è ancora il portiere brasiliano a volare per negare il pari a Gosens. Su questo gesto, su questa ennesima chance sfumata, svaniscono i sogni nerazzurri. Accarezzati da una squadra incredibile, che è arrivata a un passo dalle stelle. Ci riproveremo, tutti insieme, con questo popolo che fa chilometri, che ama sempre, solo e soltanto, l'Inter.
MANCHESTER CITY-INTER 1-0 | TABELLINO
Marcatori: 68' Rodri
MANCHESTER CITY (3-2-4-1): 31 Ederson; 6 Akè, 3 Dias, 25 Akanji; 5 Stones (82' 2 Walker), 16 Rodri; 20 Bernardo Silva, 17 De Bruyne (36' 47 Foden), 8 Gundogan, 10 Grealish; 9 Haaland. A disposizione: 18 Ortega, 33 Carson, 4 Phillips, 14 Laporte, 19 Alvarez, 21 Gomez, 26 Mahrez, 32 Perrone, 80 Palmer, 82 Lewis. Allenatore: Pep Guardiola.
INTER (3-5-2): 24 Onana; 36 Darmian (84' 33 D'Ambrosio), 15 Acerbi, 95 Bastoni (76' 8 Gosens,); 2 Dumfries (76' 12 Bellanova), 23 Barella, 77 Brozovic, 20 Calhanoglu (84' 22 Mkhitaryan), 32 Dimarco; 9 Dzeko (56' 90 Lukaku), 10 Lautaro. A disposizione: 1 Handanovic, 21 Cordaz, 5 Gagliardini, 6 De Vrij 11 Correa, 14 Asllani, 37 Skriniar. Allenatore: Simone Inzaghi. Arbitro: Marciniak (POL). Assistenti: Sokolnicki, Listkiewicz (POL). Quarto ufficiale: Kovács (ROU). Video Assistant Referee: Kwiatkowski (POL).
Recupero: 2', 5'
Ammoniti: 59' Barella, 83' Lukaku, 93' Onana, 93' Haaland, 93' Ederson