Chilometri, amore, orgoglio: la nostra stagione
Road to Istanbul
— 11 giu 202357 partite, due trofei, la finale di Istanbul: un cammino lungo ed esaltante, concluso con la sfida con il City
Il cielo di Istanbul è un mix di nuvole e fumo. La luna, che si staglia sul Bosforo, sullo sfondo dello Stadio Ataturk, è velata. Prova a fare capolino, ma timidamente. La marea nerazzurra lascia l'impianto: gli occhi sono lucidi, impastati da un mix di lacrime e sudore. È stata una giornata lunga, diventata una notte lunghissima. È stata una stagione infinita, iniziata il 13 agosto 2022, una vita fa. In mezzo, 301 giorni, 43 weekend, 57 partite, innumerevoli allenamenti, vigilie, attese, trasferte, voli, chilometri percorsi in auto, in bicicletta, in aereo. Tutte le stagioni hanno un finale, tutti i libri hanno una conclusione. L'interminabile stagione nerazzurra si chiude con la finale di Istanbul. Un epilogo amaro. Sconfitta, ma sconfitta di misura, con almeno quattro occasioni che abbiamo ancora negli occhi, nel cuore, nella gola dove ci si è strozzato l'urlo più bello.
Abbiamo cantato in tutta Italia e in tutta Europa. Un cammino che si è fatto via via sempre più esaltante, con un leitmotiv dolce e al tempo stesso carico di significato. Quel coro che è iniziato a serpeggiare tra i tifosi a febbraio, che è stato adottato da tutti per le strade di Oporto, a marzo, che ha fatto rimbombare il Da Luz, tantissime volte San Siro e infine l'Ataturk. Per tutti quei chilometri che ho fatto per te: da Lecce a Istanbul, passando per Riyadh e Roma. Tappe un percorso che ci ha visto sollevare due trofei, la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia. E che ci ha visto ribadire il predominio cittadino, in un doppio euroderby esaltante per i nostri colori. Il viaggio di ritorno è sempre più lungo di quello di andata. Mentre ci si districa nel traffico di Istanbul a caccia del percorso migliore per fare ritorno in Italia, risuonano le parole del nostro Presidente, del nostro allenatore, dei nostri giocatori. "Orgoglio". Non una maschera per nascondere una sconfitta, ma il sentimento di un popolo intero. Il manifesto di questa squadra. Orgoglio per come si è affrontata la stagione, per come ci si è battuti fino all'ultimo sospiro della finale, che si è chiusa con un arrembaggio collettivo. Fino al minuto 96, fino all'ultimo pallone, tutti avanti. Questa squadra non ha mai mollato, non ha mai risparmiato nemmeno una stilla di energia. Come non le hanno risparmiate i tifosi, lo staff, la dirigenza: una famiglia in cammino, tra difficoltà e trionfi.
Mentalità ed energia. Due ingredienti fondamentali in questo "percorso straordinario", come lo ha definito Simone Inzaghi. Si è arrestato proprio sul finale, fermato dalla traversa e dalle parate del portiere del Manchester City, squadra che, proprio come l'Inter nel 2010, ha chiuso la stagione vincendo tre trofei. Un dato che si ripresenta, nella storia dell'Inter: sei volte la squadra nerazzurra ha disputato la finale di Champions, con tre trionfi e tre sconfitte, sempre con squadre che hanno conquistato, in quella stagione, il cosiddetto Triplete (il Celtic nel 1967 e l'Ajax nel 1972, ora il City). Statistiche che non rendono meno amara la notte di Istanbul, ma che aiutano anche a definire il grande valore della Champions League nerazzurra, iniziata con la sconfitta con il Bayern e tramutatasi in un cammino fantastico, con le vittorie su Barcellona, Porto, Benfica e Milan. Match che hanno visto sempre presente Lautaro Martinez, che ha chiuso la stagione con un primato incredibile: ha disputato tutte le 57 partite dell'anno. Tutte: un record stagionale per un giocatore di movimento nella storia nerazzurra.
Numeri, pensieri, highlights, fotogrammi. Si mischia tutto, nell'alba che speravamo fosse nerazzurra. Quel mare di tifosi che ha invaso Istanbul è ormai di ritorno: le facce stanche, le maglie nerazzurre, una malinconia inevitabile, mischiata all'orgoglio. Il popolo nerazzurro, per l'ennesima volta, dopo aver fatto registrare ogni record di presenza stagionale, ha dato l'ultima, enorme, prova di vicinanza. A Istanbul, ma anche a Milano, dove ha riempito San Siro e Piazza Duomo. Tutto per questa squadra. Per la quale si tornerà a fare chilometri, più chilometri possibili. Perché l'amore impone questo: si ama soltanto l'Inter.