Conte: "In questo momento ogni vittoria vale sei punti"



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7 apr 2021
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Le parole del tecnico nerazzurro dopo Inter-Sassuolo: "Potevamo essere più cinici ma abbiamo fatto uno step di crescita importante e questi risultati lo dimostrano"


MILANO - Dieci gare nel girone di ritorno e altrettante vittorie per l'Inter di Antonio Conte, che aggiunge un altro tassello alla sua striscia di risultati positivi e allunga in classifica grazie al successo per 2-1 sul Sassuolo nel recupero della 28^ giornata di Serie A. 

Queste le parole del tecnico nerazzurro ai microfoni di DAZN:

Cosa è scattato nella testa dei giocatori? 

"C'era da compiere uno step per fare una stagione da protagonisti, protagonisti nel vero senso della parola, diventando una pretendente credibile nella corsa allo scudetto. Dovevamo alzare la soglia di attenzione, di cattiveria agonistica e determinazione, in ogni situazione. Ci sono delle partite come quella di oggi in cui affronti squadre con la testa sgombra, che vengono qui per fare bella figura contro la prima della classe. Oggi avremmo potuto fare 5-6 gol e dovevamo essere più cinici, invece l'abbiamo tenuta aperta fino alla fine. Complimenti al Sassuolo, ma questo risultato dimostra che la squadra sta crescendo. Con questo tipo di mentalità forse saremmo ancora in Champions League". 

È arrabbiato per le due occasioni fallite nel finale? 

"No, c'era tanta tensione, mancano nove partite e ogni gara per noi vale sei punti, anche considerando le dirette inseguitrici perché ogni volta che vinciamo mettiamo un mattone pesante, non solo nella nostra classifica ma anche sulle ambizioni di chi insegue. Da qui alla fine ogni match conta tanto quindi c'è soddisfazione. Sarebbe bello tornare a vincere dopo tanto tempo, chiudendo la striscia della Juventus. Il pallone pesa tanto per noi in questo momento". 

L'Inter è una squadra in cui tutti sanno quello che vogliono. Quando avete deciso di cambiare atteggiamento nella fase di non possesso? 

"Ci sono partite e partite, oggi sapevamo di affrontare una squadra che fa del palleggio la sua arma migliore, quindi sarebbe stato un rischio lasciare campo scoperto alle spalle. A inizio stagione ci siamo presi rischi importanti, pressando altissimi e lasciando l'uno contro uno. A volte ha pagato, a volte meno, anche perché gli avversari ti studiano. Adesso abbiamo trovato la giusta via di mezzo, anche per sfruttare al meglio le caratteristiche dei nostri giocatori". 

Quanto è importante la posizione di Lautaro e Lukaku, bravi a restare sempre molto vicini?

"Stiamo lavorando tanto sulla loro posizione in campo, da tempo. Lautaro e Lukaku si muovono bene in sintonia, anche quando attaccano la profondità. Ci tengo però a sottolineare anche l'apporto di Sanchez. Sicuramente meriterebbe anche lui di giocare e in questo momento è un'alternativa importante per noi. Ha caratteristiche diverse, è più tecnico e più da assist. Voglio fare i complimenti ai nostri attaccanti per quello che stanno facendo, anche nella fase di non possesso. C'è poi Andrea Pinamonti, che non si sta togliendo tante soddisfazioni quest'anno ma sta crescendo tanto e con le potenzialità che ha potrà fare bene".  

Che margine di crescita ha ancora Lukaku?  

"Non dimentico che quando è arrivato, molti storcevano il naso. Io fin da subito ho detto che era un diamante grezzo e che lavorandoci sarebbe potuto diventare straordinario. Ha fatto dei miglioramenti eccezionali e può continuare a farli. Così anche Lautaro, diciamo che l'Inter è messa bene come attaccanti, perché entrambi sono giovani, possono crescere e imparare anche da chi ha più esperienza come Sanchez. La cosa importante è che continuino a lavorare così per la squadra, poi le occasioni arrivano". 

Che valutazione si può dare della prova di Eriksen? 

"Christian sta sviluppando aspetti che gli erano sconosciuti, il campionato italiano è molto tattico. Sta crescendo, sa di poter dare molto di più ma oggi ha fatto quello che chiedevo in una partita molto difficile. L'anno scorso abbiamo preso tre gol dal Sassuolo, dispiace oggi per il gol subito anche perché c'era Skriniar fuori dal campo ma siamo molto più maturi e più solidi che in passato. Ed senza solidità non si può essere protagonisti in campionato". 


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