La storia dei derby nerazzurri in 10 foto
Squadra
— 15 mag 2023Dieci scatti iconici, dieci momenti indimenticabili. Sono tanti i derby nerazzurri, ne ripercorriamo dieci
Benito Lorenzi | Inter-Milan 1-0, 6 ottobre 1957
La foto precisa del momento non esiste. Anche perché, nel parapiglia finale negli spogliatoi, al fotografo Celso Battaia ruppero addirittura il flash. Benito Lorenzi, per tutti, per noi nerazzurri, ‘Veleno’. Inter-Milan 1-0, nerazzurri avanti grazie a un rigore procurato da Lorenzi e segnato da Vincenzi. Nel finale, l’arbitro Concetto Lo Bello assegna un rigore al Milan. Lorenzi si avvicina alla panchina, chiede da bere, riceve mezzo limone. E lì, il genio si attiva. Quel mezzo limone viene piazzato sotto al pallone, sugli spalti si sbracciano, provano ad avvisare Cucchiaroni che non si accorge, riconcorsa, tiro, il pallone si impenna, alto. Finisce il derby, iniziano i colpi proibiti. Vince l’Inter, un derby al Veleno.
Sandro Mazzola | Inter-Milan 2-0, 7 marzo 1971
Nel 1980 Paolo Rosi, commentando l’impresa di Pietro Mennea a Mosca, scandì una telecronaca che poteva essere perfetta per il campionato 1970/1971 dell’Inter: “Recupera, recupera, recupera, recupera e vince!”. Una rimonta entusiasmante, con Invernizzi alla guida. E quel derby fu il colpo più pesante: Milan avanti di 3 punti, Inter decisissima a mettersi a un punto. Corso, col sinistro morbido su punizione. Poi Sandrino, di testa, maglia numero 10 e fascia di capitano, corre via, braccia alzate. Recupera l’Inter, che trionferà.
Evaristo Beccalossi | Inter-Milan 2-0, 28 ottobre 1979
Il calciatore è troppo tecnico per quel campo pesante. Il classico mancino tutto estro che non può incidere in una sfida del genere, su quel terreno di gioco. Come? Il numero 10 in questione è Evaristo Beccalossi? Cambia tutto. Uno dei sinistri più benedetti del calcio italiano che decide un derby, e che derby, con una doppietta di destro. Il primo gol è una carezza, ma anche uno schiaffo. Una torsione di corpo e piede, sul cross di Pasinato, al volo, a eludere l’intervento della difesa, a insaccare. Come nella ripresa, un comodo appoggio. 2-0, l’Inter vince. E vincerà, pochi mesi più tardi, lo Scudetto.
Nicola Berti | Inter-Milan 1-1, 10 aprile 1993
Ci son gol che durano un lampo, altri, minuti interminabili. No, non per il VAR, che ha dilatato attese, diluito o acuito gioie. Quattro minuti, più che un gol, un racconto. Lo ha sempre descritto così, in prima persona, il protagonista. Ovviamente, Nicola Berti. L’uomo derby per eccellenza, il più idolatrato e il più temuto, il più bersagliato. Baruffe in campo, schermaglie, un calcio di punizione conquistato, le proteste, gli insulti dagli spalti. Poi la promessa: “Adesso vi faccio gol”. Il cross arriva, Nicolino stacca di testa, fa gol, impazzisce. Quattro minuti, dall’azione, al fallo, al gol, al delirio, all’esultanza.
Adriano | Inter-Milan 3-2, 11 dicembre 2005
Dieci derby di fila senza vittorie nerazzurre. Una eternità, una eternità che sembrava prolungarsi, ancora una volta. Il colpo di testa di Stam aveva fissato un 2-2 fastidioso. Però i derby non finiscono mai. Saltare più in alto, anche con la fatica, anche contro il cronometro. Adriano Leite Ribeiro lo fa, in pieno recupero, sul corner di Veron. Sale in cielo, si staglia, sembra galleggiare. Sotto di lui, Vieri prova a staccare, non riesce. È sovrastato, il colpo di testa è perfetto. 3-2, un urlo incredibile, la maglia utilizzata come bandiera. Adrianoooooooooo!
Esteban Cambiasso | Inter-Milan 2-1, 23 dicembre 2007
Qualcuno preferisce la Vigilia di Natale al Natale stesso. Perché l’aria magica si fa intensa, l’attesa per quel giorno inseguito per settimane tra luci, regali e commissioni sta per finire. Anche l’anti-vigilia, però, non scherza: “Domani è la vigilia di Natale!”. Andare a dormire, quella sera, è quasi sempre dolce e consolante. Se poi, sotto le coperte, ti infili dopo aver vinto il derby di Milano, in casa, in rimonta, con il gol vittoria sotto alla Nord, non puoi classificarlo diversamente se non “una delle vigilie più belle di sempre”. Milan avanti con Pirlo, poi Cruz, poi… Cambiasso. Un’esplosione, sotto ai tifosi, un delirio collettivo. L’ennesima dimostrazione di forza nerazzurra.
Diego Milito | Inter-Milan 2-0, 24 gennaio 2010
Una foto, potrebbero essere cento. Un momento, lo riviviamo identico da anni. Anche quando si è ripresentato, nello stesso luogo, nello stesso modo. Sembrava di essere di nuovo lì, la palla condotta verso l’area, uno sguardo fugace al portiere, il sinistro incrociato, la corsa matta e sfrenata. Un gol, non solo. Una spinta, in una partita destinata a diventare leggenda: l’inferiorità numerica, il doppio vantaggio, la doppia inferiorità numerica, il volo di Julio Cesar sul rigore di Ronaldinho a blindare il 2-0. Diego Milito, il Principe del Bernal, il Principe di Milano.
Mauro Icardi | Inter-Milan 1-0, 21 ottobre 2018
Corre il cronometro, e nessuno sa quando si fermerà. Lo sa l’arbitro, non il pubblico dello stadio. Quando il quarto uomo alza la lavagnetta e indica il recupero, ecco che invece di scorrere, il tempo dentro allo stadio assume connotati imprevedibili. Sembra scappare via velocissimo, a volte. Diventa interminabile, delle altre. Nessuno sa, però, quando arriverà il triplice fischio, perché il tabellone segna 90:00, non continua a correre. Quanto manca? Non si sa. Ma Matias Vecino fa in tempo a contendere un pallone sulla destra e a mandarlo in area, alto, bello, tagliente. Mauro Icardi sente l’odore della palla, ci va di testa, batte Donnarumma. Segna, l’Inter vince, il recupero è finito, il Derby è dell’Inter.
Romelu Lukaku | Milan-Inter 0-3, 21 febbraio 2021
“Io, Io”. Sì, tu, Romelu. Ma anche noi, tutti noi. Non c’eravamo, in quello stadio così vuoto ma pieno di pensieri. Non c’era nessuno sugli spalti, ma eravamo tutti lì, sulle maglie nerazzurre, sui palloni sospinti, a ogni ripartenza. C’era da mettere un punto esclamativo, mandare a capo. C’era da mettere un punto esclamativo al termine di un paragrafo importante, quello decisivo, del libro interista. “Io, io”. Sì, Romelu, lì dove in un altro derby aveva già sollevato la bandierina, sulla quale aveva issato la maglia nerazzurra.
Lautaro Martinez | Milan-Inter 0-3, 18 gennaio 2023
4000 chilometri cancellati con un tocco al pallone. Magie del calcio, magie del popolo nerazzurro, dei fratelli e delle sorelle del mondo. Quando Lautaro Martinez sfugge a Tomori, si sistema il pallone e di esterno destro, ma anche d’estro, lo infila in rete, abbatte tutte le barriere. Milano è a Riyadh. E allora corre sotto alla curva nerazzurra, mostra la maglia numero 10, nerazzurra. È l’Inter, lì e qui, allora e ora. L’urlo del Toro è super, la Supercoppa è dell’Inter.