Anatomia del 20° Scudetto
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— 23 apr 2024Numeri, mosse decisive, tappe importanti e protagonisti: l'approfondimento dello Scudetto della Seconda Stella
San Siro è in estasi, l’Inter è Campione d’Italia e si cuce sul petto la Seconda Stella. È solo scrivendo grandi pagine nel presente che si ridefinisce il futuro. Oggi i nerazzurri hanno senza dubbio raggiunto l’olimpo vincendo il 20° Scudetto dopo un campionato pazzesco. Nel lungo percorso iniziato ad agosto sono state tantissime le tappe, i momenti e le mosse che hanno caratterizzato e delineato questo trionfo.
LE TAPPE IMPORTANTI
Il cammino in Serie A è stato costante e intenso. L’Inter ha ottenuto il comando della classifica in solitaria al termine della quarta giornata dopo aver calato il pokerissimo nel derby vinto per 5-1, salvo poi riperdere il primo posto all’ottavo turno dopo il pareggio interno contro il Bologna. Ma nella giornata successiva grazie al sonoro 3-0 sul campo del Torino la squadra di Inzaghi è tornata a essere la sola capolista del torneo. Tra i match più significativi per la vittoria della Seconda Stella c’è sicuramente quello disputato a Torino contro la Juventus e terminato 1-1. Al gol di Vlhaovic i nerazzurri hanno immediatamente risposto con la girata di Lautaro, dando quindi un’importante risposta per la lotta al tricolore. Una settimana dopo altra pagina decisivanel match contro ilNapoli che ha visto l’Inter dominare e vincere 3-0 grazie alle reti di Calhanoglu, Barella e Thuram. La gara del “Maradona” è stata di fatto un passaggio di consegne per il tricolore. Una piccola parte del tricolore è stata sicuramente conquistata nella vittoria interna contro il Verona, grazie alla rete segnata da Frattesi al 93’. Un urlo di gioia, una corsa sfrenata e quel coro unanime che è entrato nelle viscere di tifosi e giocatori: “Per tutti quei chilometri che ho fatto per te”. Un leit motiv sensoriale, uno stato d’animo nerazzurro che ha accompagnato la squadra in tutta la stagione. Altro momento da ricordare sono senza dubbio le tre gare vinte consecutivamente segnando quattro reti, contro Roma, Salernitana e Lecce. È stato questo il momento in cui le rivali hanno alzato bandiera bianca di fronte allo strapotere interista. Infine impossibile non citare i sei punti conquistati nelle due gare ravvicinate contro Roma e Juventus. Il poker calato ai giallorossi è stata l’ennesima prova di forza, mentre la vittoria di misura a San Siro contro i bianconeri ha messo in mostra tutta la maturità di questo gruppo. Infine, l’atto finale che ha di fatto consegnato aritmeticamente lo Scudetto ai nerazzurri, il derby contro il Milan.
IL CAPITANO NELLA TOP 10
Ci sono scintille che generano momenti di immortalità, attimi da vivere, gustare e raccontare. Ed è sicuramente quanto fatto da Lautaro in questo campionato. Il numero 10 è risultato determinante per capitalizzare tutto il lavoro fatto dalla squadra, terminale offensivo perfetto di un’orchestra sontuosa. Per l’argentino è stato il primo campionato da capitano dell’Inter ed è riuscito subito nell’intento di scrivere pagine memorabili, mettendo il suo nome sullo Scudetto della seconda Stella. In questa Serie A ha raggiunto il traguardo delle 100 reti, arrivato nella gara vinta contro il Lecce.
Ma non finisce qui. Per Lautaro sono stati mesi intrisi di emozioni e grandi traguardi, difatti con i suoi 128 gol è diventato l’ottavo miglior marcatore della storia nerazzurra e adesso è a soli 5 gol da Nyers che occupa il settimo posto. La maturità calcistica dell’argentino trova riscontro in diversi numeri che enfatizzano l’elevato alto tasso tecnico. Il piede prediletto del Toro è il destro: Lautaro è l'unico giocatore ad aver segnato più di 15 gol sia di destro, di sinistro e di testa nel corso delle ultime sei stagioni di Serie A. Grandissimo attaccante d'area di rigore, ha realizzato più di 90 dei suoi gol in campionato dall'interno dei 16 metri. Per il terzo anno consecutivo ha superato quota 20 reti in Serie A. Il suo è stato un campionato di altissima qualità in cui ha dato sfoggio di tutta la sua classe.
Si possono prendere ad esempio tre reti che racchiudono tutto il suo repertorio. Sicuramente la rete contro l’Atalanta a Bergamo è una delle piccole gemme dell’argentino che dalla sinistra ha disegnato una paradisiaca traiettoria che non ha dato scampo al portiere della Dea. Nel suo bagaglio tecnico c’è anche la rete segnata in casa contro il Bologna con un missile dai 25 metri. Infine, il gol sul campo della Juventus racchiude tutto il suo animo da vero animale d’area di rigore, con una girata di prima intenzione. In questa rete il movimento ad andare ad aggredire la palla rappresenta tutta la sua determinazione, la sua voglia di vincere con questa maglia, la sua voglia di continuare a essere un capitano coraggioso e vincente.
DIFESA IMPERFORABILE
Braccetti e costruzione. È stato questo il connubio perfetto del campionato 2023/24. Il credo calcistico di Simone Inzaghi si fonda su un assetto difensivo formato da tre difensori, con il centrale e i famosi braccetti che in fase offensiva si trasformano in centrocampisti aggiunti. Una vera e propria mossa da scacchista. Tra i principali esponenti del braccetto offensivo c’è sicuramente Alessandro Bastoni che in questo campionato è diventato anche un perfetto assistman. Il numero 95 nerazzurro oltre a dimostrare sempre la sua assoluta affidabilità difensiva è stato decisivo servendo 3 assist nelle 3 gare giocate contro Bologna, Napoli ed Empoli. Prestazioni che sono state premiate dalla Lega Serie A che lo eletto come miglior giocatore del mese di marzo. Lavoro prezioso anche per Pavard che si è inserito perfettamente nei meccanismi inzaghiani, interpretando ottimamente il ruolo e tracciando preziose trame di gioco. Infine, è impossibile non citare lo straordinario campionato di Sommer che ha registrato 17 clean sheet, dimostrando affidabilità e potendo contare su una fase difensiva perfetta dei suoi compagni.
CERVELLO E CREATIVITÀ
Il centrocampo nerazzurro ha avuto un ruolo chiave nella conquista della Seconda Stella. I diversi interpreti che sono scesi in campo sono stati elementi di spicco nell’adattarsi alle diverse tipologie di gare ed avversari, dando sempre garanzie a livello quantitativo e qualitativo. Il reparto ha saputo unire cervello e raziocinio a creatività pura. La calma e gestione di Calhanoglu e Mkhitaryan si è unita alle giocate sopraffine di Dimarco che sulla sinistra ha interpretato il ruolo di esterno rivoluzionandolo e dimostrandosi il prototipo perfetto del giocatore moderno. Il numero 32 nerazzurro ha dato spettacolo in questo campionato realizzando due capolavori che resteranno per sempre nella storia interista. Il gol da centrocampo contro il Frosinone e la gemma balistica sul campo dell’Empoli. Due istantanee indimenticabili del 20° Scudetto.
Impeccabili anche le prestazioni di Carlos Augusto che ha dimostrato una grandissima adattabilità, unendola a tanta qualità. Nell’out di destra Darmian è stato senza dubbio l’equilibratore della squadra, correndo senza limiti e bilanciando la “coperta” della squadra. Decisivo nei meccanismi della squadra è stato Nicolò Barella che ha dimostrato di essere in grado di svolgere con naturalezza le due fasi, diventando sempre il cursore perfetto per le folate offensive. Infine, una menzione speciale la merita la vena realizzativa di Calhanoglu, autore di undici reti e in grado di ottenere il 100% di realizzazioni sui 9 rigori calciati. Una certezza assoluta.
L’UOMO IN PIU'
Ogni trionfo ha da sempre degli eroi che aiutano a ottenerlo. Sono stati assolutamente decisivi i giocatori entrati dalla panchina che si sono ritagliati gara dopo gara uno spazio preponderante nella vittoria dello Scudetto. La zona Frattesi è una pagina fondamentale del tricolore nerazzurro. Il centrocampista ha realizzato 5 gol in campionato, di cui tre realizzati dopo il 90° minuto: reti che fanno parte dei momenti più importanti, come la corsa pazza dopo il gol segnato contro l’Udinese che ha consegnato un pezzo di tricolore pesantissimo all’Inter. Imprescindibili negli equilibri delle forze della squadra sono stati anche Asllani, Carlos Augusto e Dumfries che a centrocampo hanno consentito di poter centellinare il chilometraggio di tutto il reparto. Affidabilità ed esperienza sono stati il mantra per De Vrij, Arnautovic e Sanchez che hanno portato la squadra a un livello superiore di maturità. Il loro apporto è risultato essere decisivo nella gestione di diverse gare, contribuendo in maniera significativa alla conquista del campionato.
LA DEDIZIONE DEI NUOVI ARRIVI
Dopo due stagioni in cui l’Inter ha alzato al cielo 5 trofei, nell’estate del 2023 sono stati diversi i nuovi volti arrivati al Suning Training Centre. Marcus Thuram è stato il calciatore che più ha sorpreso, entrando da subito negli equilibri della squadra e diventando un protagonista assoluto a suon di gol e passaggi vincenti. Con 11 reti e sette assist è il secondo giocatore dell'Inter, dal 2004/05, ad aver segnato più di 10 gol e servito più di cinque assist nella sua prima stagione in Serie A con i nerazzurri, dopo Samuel Eto'o.
Benjamin Pavard come già detto non ha avuto nessun indugio a inserirsi, mostrando personalità e portando alla squadra tantissima esperienza. Ottimo campionato anche per Yann Bisseck che progressivamente si è ritagliato un ruolo rilevante, dimostrandosi una pedina preziosa. Esperienza e carisma sono le caratteristiche che hanno aggiunto Cuadrado e Klaassen, mentre l’imprevedibilità è sicuramente cucita addosso a Buchanan, l’ultimo dei nuovi acquisti, arrivato a Gennaio. Tutti i nuovi arrivi hanno sposato la causa Inter, diventando parte integrante di un gruppo straordinario con dedizione, abnegazione e senso di appartenenza.