Dumfries: “Dentro di me ho sempre avuto una motivazione incredibile”



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17 feb 2022
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Il centrocampista nerazzurro racconta la sua vita, l’Inter e le tappe più importanti della sua carriera


MILANO - La famiglia, il calcio, le esperienze dentro e fuori dal campo, Aruba, la Nazionale, l’Inter. Dopo Barella, Lautaro Martinez e Correa, la quarta puntata di Careers è dedicata a Denzel Dumfries che si racconta attraverso fotografie che ripercorrono i momenti più importanti della sua vita e le tappe più importanti della sua carriera.

È una bellissima foto, sono i miei fratelli, quello più piccolo ora ha vent’anni, mia sorella maggiore 27 anni e poi la mia sorellina che ne ha 23. Siamo in quattro, gli voglio tanto bene. Quelli che mi conoscono sanno che sorrido tutto il giorno, mi piace scherzare, divertirmi con i miei compagni di squadra, con la mia famiglia. Lontano dal calcio non mi arrabbio mai, sono diverso da quando gioco. Sin dall’inizio dicevo che sarei diventato un calciatore professionista. Non so bene da dove sia nato, non avevo un padre calciatore o qualcuno in famiglia che giocava ad alti livelli, ma avevo una motivazione incredibile dentro di me e ho fatto di tutto per far sì che diventasse realtà.

Giocavo a Barendrecht in Olanda. Questo è stato un momento speciale, avevo 17 anni e mi chiesero di giocare per la nazionale arubana e io ho accettato ma non in gare ufficiali perché non volevo compromettere la possibilità di giocare con l’Olanda. Ho disputato due amichevoli e ho anche segnato, è stato un momento indimenticabile.

Questa è una delle mie ex squadre, Heerenveen. è stato un periodo molto particolare perché ho lasciato il nido e sono andato a vivere da solo per la prima volta. Distava due ore in macchina da Rotterdam e quindi non potevo tornare molto spesso a casa. È stato un periodo molto speciale per me, ho imparato come essere autonomo, prendermi cura di me, comportarmi e pensare da professionista. Ci ho giocato una stagione ma ho imparato tantissimo sulla vita e non solo.

Quando sono andato allo Sparta Rotterdam avevo 18 anni, ero già grande, soprattutto per un paese come l’Olanda dove solitamente il percorso inizia molto prima. Ho iniziato più tardi ma avevo tanta fame e voglia di far vedere tutte le mie qualità. Ogni giorno facevo di tutto per migliorare, è stata un’esperienza che mi ha dato la giusta motivazione per eccellere nella mia carriera. Uso questa motivazione anche oggi, non è mai andata via.

Ho distrutto Perisic in questa partita! Scherzi a parte, questo è il PSV, un altro Club molto speciale per me. Ci ho giocato tre anni, mi hanno dato la fascia da capitano e nel mio primo anno ho giocato contro l’Inter, è stato molto bello, per tutti giocare a San Siro era straordinario, eravamo rimasti sbalorditi dall’esperienza. Sono grato per la mia esperienza al PSV, in quel periodo ho anche esordito con la nazionale olandese.

Rappresentare il mio paese agli europei è stato speciale e segnare due gol è stato importante, un momento chiave per me e credo di aver fatto un grande salto di qualità come calciatore. Dopo sono arrivato all’Inter, è stato un momento davvero speciale.


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