Conte: “Campionato equilibrato, conteranno lavoro, organizzazione e mentalità”
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— 21 nov 2020Le parole del tecnico nerazzurro alla vigilia della sfida contro il Torino
APPIANO GENTILE – Riparte il campionato e per i nerazzurri la sfida in programma è quella contro il Torino di Giampaolo nella gara valida per l’ottava giornata di campionato, in programma domani alle 15 a San Siro. Nella giornata di vigilia, dal Centro Sportivo Suning, Antonio Conte ha risposto alle domande dei giornalisti collegati.
Dopo questa sosta come arriva l’Inter alla sfida contro il Torino?
Ci arriviamo con tre positivi, per il resto a parte Pinamonti, gli altri sono rientrati e sono tutti a disposizione, c’è chi ha giocato in maniera importante con le nazionali e chi è stato impegnato di meno.
Cosa si aspetta da queste partite dopo la sosta? Il Torino e poi il Real Madrid?
La situazione è difficile ma non solo per noi. Per chi affronta competizioni europee la difficoltà si alza perché si giocano ogni tre giorni partite impegnative. Dovremmo cercare con tutte le forze di affrontare la situazione nel miglior modo possibile sperando che per infortuni e positività la sorte ci sorrida un po’.
Eriksen potrebbe giocare anche un po’ più arretrato alla Pirlo? È anche un problema di ambientamento il suo?
Faccio sempre le scelte per il bene dell’Inter, cercando la maniera giusta. Christian dall’inizio dell’anno ha avuto molte occasioni e ha giocato spesso quindi quando sarà opportuno potrà giocare nell’11 inziale o a partita in corso. Tornando alla domanda, per me è un ruolo che lo penalizzerebbe troppo. Eriksen ha un calcio importante, sia di destro che di sinistro, se quella dote la togli e lo metti davanti alla difesa rischi di snaturare il giocatore ma è un giudizio tecnico.
L’Inter secondo molti osservatori è la squadra più competitiva. È importante che la squadra si convinca della propria forza?
Noi dobbiamo lavorare, sappiamo quali sono i nostri pregi e difetti che dall’esterno non si riescono a capire. Dobbiamo pensare a noi stessi, mi auguro che ci sia sempre onestà intellettuale da parte di tutti, soprattutto da chi viene chiamato a dare giudizi ma possiamo essere orgogliosi di questo perché essere considerati competitivi vuol dire che abbiamo fatto qualcosa di straordinario in un anno.
Il campionato in termini di classifica è molto equilibrato. Credi che possa durare fino alla fine o che da qui a Natale si possa già creare un solco tra più squadre?
Io mi auguro che questo equilibrio rimanga fino alla fine perché più squadre saranno coinvolte nella corsa scudetto e zona Champions, più emergeranno situazioni come lavoro, organizzazione e mentalità. Quindi mi auguro che quest’anno ci sia molto più equilibrio e che possano emergere quindi di più questi valori.
L’Inter è la prima squadra del campionato per l’altezza del baricentro medio e per i palloni giocati nella trequarti finale e la seconda (per pochissimo) per i palloni giocati in area avversaria. Come valuta queste statistiche?
Sono numeri importanti che testimoniano che la squadra ha raccolto molto meno di quello che meritava. Noi conosciamo le statistiche anche quelle in fase difensiva, noi concediamo veramente pochi tiri ma c’è un’alta percentuale realizzativa. Dobbiamo essere ancora più efficaci in zona gol e cercare seppure già concediamo pochi tiri di fare ancora meglio.
Quali sono gli elementi che le fanno credere di poter avere una partenza diversa rispetto alla sosta passata?
Parlando di risultati sono d’accordo, potevamo fare meglio. Per quello che stiamo facendo in campo mi auguro invece di rivedere le stesse cose ma di essere bravi a portare a casa anche un risultato positivo. Se domini le partite, le giochi bene ma non vinci il giudizio non è mai positivo, il risultato cambia giudizi e umori.
Da qui a Natale le 7 squadre impegnate nelle coppe europee avranno 10 partite da giocare. Pensi che si potrà già capire il valore delle rose? È possibile che Inter e Atalanta abbiamo un po’ pagato il fatto di aver chiuso dopo la scorsa stagione avendo meno tempo per prepararsi?
Noi e l’Atalanta abbiamo finito molto tardi, noi siamo stati l’ultima italiana, non c’è stato tanto tempo per riposare e prepararci e abbiamo inserito giocatori in partite ufficiali, senza amichevoli e questo è un fattore che conta soprattutto nelle mie squadre dove l’organizzazione prevale. Per il resto c’è molto equilibrio. Molte squadre si sono rinforzate a luci spente e questo rende il campionato più attraente, e meno scontato il risultato perché c’è sempre da sudare per tutti.