Inter Calling con Matteoli e Mandorlini



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29 mag 2020
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Esattamente 31 anni e un giorno fa l’Inter vinceva lo Scudetto dei Record, in campo c’erano i due protagonisti della puntata di oggi


MILANO – Quella che il 28 maggio 1989 vinse lo Scudetto dei Record guidata da Trapattoni è un’altra formazione che i tifosi nerazzurri hanno facilmente imparato a memoria. In campo quel giorno c’erano Andrea Mandorlini e Gianfranco Matteoli, protagonisti della puntata di Inter Calling per raccontare un gruppo capace di un’impresa trionfale:

“È stato qualcosa di incredibile, siamo partiti un po’ in sordina, fummo eliminati in Coppa Italia dalla Fiorentina e quindi già grandi polemiche, era il terzo anno del Trap, c’erano grandi aspettative, però la partenza sicuramente non è stata delle migliori – ha ricordato Mandorlini -, il gruppo era cementato, forte, si è compattato in una giornata molto importante con il mister e da lì non so, sono piccole cose che poi sono diventate grandi nel corso della stagione. Si è creato un legame forte con il nostro allenatore. Da lì siamo partiti con grande umiltà, con grande spirito di sacrificio, eravamo una squadra solida, però l’inizio è stato di grande sacrificio, eravamo una formazione difficile da battere, molto concreta. In poche parole è difficile riassumere tutto, diciamo che l’episodio della sconfitta in Coppa Italia ha segnato molto e ha dato il via a questa stagione fantastica”.

Sulla stessa linea il ricordo di Matteoli:

“Quell’anno è stato straordinario, iniziato un po’ male come ha detto Andrea, con grandi problemi poi le cose sono migliorate tantissimo e siamo riusciti a fare un campionato eccezionale. Mi ricordo che era un piacere giocare per quella squadra, ma soprattutto che tutti i giocatori erano importanti. Siamo diventati un gruppo forte perché tutti erano importanti”.

Tra le chiavi del successo di quell’annata anche il ruolo strategico ricoperto da Matteoli:

“Diciamo che mi sono buttato in questo ruolo quasi per caso e da lì mi sono rifatto una carriera perché molti giocatori delle mie caratteristiche hanno fatto fatica in quegli anni perché non si sono adattati a questo nuovo modo di giocare. I trequartisti o facevano gli attaccanti o si posizionavano davanti alla difesa però bisognava avere anche altre caratteristiche. Mi fa piacere aver contribuito a quel successo ma è stata fondamentale la squadra. Avevamo grandissimi giocatori, eravamo tutti importanti perché ognuno in quell’anno ha messo del suo per fare un campionato di quel livello. Per me l’Inter è stata un momento bellissimo. Sentire addosso questa maglia e giocarci è stato un onore, ancora oggi se ci penso mi dico che sono stato fortunato”.

Libero con l’attitudine al gol, per Mandorlini fu determinante la fiducia di Trapattoni:

Più o meno la storia di Gianfranco è simile alla mia. Il Trap è stato determinante sia per lui che per me. L’anno prima mi fece giocare libero alcune partite, quindi puntò su di me, e l’anno dopo mi sentivo investito di grandi responsabilità e quindi ho riscoperto un ruolo ‘nuovo’. Si, ho fatto qualche gol importante che ogni tanto rivedo, è stata una stagione magica anche in questo senso. Io da bambino sono sempre stato interista e quindi giocare per 7 anni con questa maglia è stato fantastico”.

 


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