Match Review, Inter - Borussia Dortmund 2 - 0
Squadra
— 24 ott 2019Importante successo nella terza giornata della Uefa Champions League
MILANO - Eleganza e ferocia, gioventù e spregiudicatezza, nervi saldi e grinta. Ha messo tutto, l'Inter, nella vittoria per 2-0 sul Borussia Dortmund a San Siro. Un successo in Champions League figlio di una grande prestazione di squadra, di un lavoro di fino, di meccanismi che iniziano a funzionare con continuità. E poi ci sono le prove dei singoli. Da esaltare, pur nel contesto di squadra. Ci sono i picchi di Lautaro Martinez, la gioventù rampante di Esposito, la maestria di Stefan De Vrij, le corse a perdifiato di Antonio Candreva.
Partiamo proprio da lui. Mica semplice non sconfinare nella retorica ripensando alla prestazione del difensore olandese. Imperturbabile e insuperabile in difesa (3 contrasti, 5 respinte, 3 intercetti, 6 possessi guadagnati), la netta impressione di una calma olimpica in ogni occasione ma, soprattutto, una classe non da tutti per quanto riguarda la gestione del pallone. Non lo scopriamo certo ora, De Vrij. E basta anche solo tornare a Sassuolo-Inter della scorsa domenica per trovare una situazione simile a quella che ha portato al gol di Lautaro contro il Borussia Dortmund: De Vrij che conduce palla nella metà campo avversaria, alza la testa, tratteggia una traiettoria perfetta per l'attaccante di turno. I numeri aiutano a descrivere bene l'attitudine dell'olandese nel giocare il pallone con grandissima maestria: primo per passaggi totali, 96, ma soprattutto primo per passaggi nella metà campo offensiva, ben 22. Più di Brozovic, per intenderci, che è il metronomo e architetto di tutta la manovra nerazzurra.
L'atteggiamento con cui il Borussia di Favre si è presentato a San Siro si è tradotto in un match molto bloccato: i tedeschi hanno scelto il 3-4-3, con una squadra dalle linee molto strette e corte, tanti passaggi (58% di possesso palla) ma solo due tiri nello specchio della porta (parati splendidamente da Handanovic). In questa battaglia tattica è emersa l'incredibile vena offensiva di Lautaro Martinez. Il gol, la palla lavorata alla grande (una delle tante!) per lanciare il contropiede del 2-0 (a proposito, che tempismo quello di Brozovic nel servire l'assist!), 4 tiri, 10 duelli. Una partita totale, per nulla macchiata dal rigore sbagliato.
Antonio Candreva ha sigillato il match con la sua seconda rete stagionale. Un gol arrivato dopo una volata incredibile, lunga 80 metri, metà dei quali percorsi senza pallone. Uno sprint da velocista, concluso con la perla del pallone piazzato tra palo e portiere. La partita di Candreva è stata questo gol e molto altro: cross (4), possessi guadagnati (7), abnegazione totale. Uno spirito che è stato trasmesso anche a Sebastiano Esposito, al suo debutto in Champions League a 17 anni e 113 giorni (secondo più giovane di sempre nella massima competizione europea, dietro a Bergomi). Il giovane nerazzurro ha dato battaglia totale, in ogni zona del campo: il rigore se l'è procurato sfidando in duello un campione del mondo, Mats Hummels. Generazioni a confronto, 14 anni di differenza. La sua prova è stata ottima e solida, come anche quella di Barella, ad esempio, re dei contrasti. O di Brozovic: 8 possessi guadagnati, 3 passaggi chiave, l'illuminazione per Candreva per il 2-0.
Partita tosta, tattica, testa: l'Inter l'ha vinta grazie alla preparazione, allo spirito di sacrificio, alla bravura nel leggere le situazioni. Il 2-0 al Borussia Dortmund va però presto archiviato. Sabato alle 18 a San Siro arriva il Parma: vietato distrarsi!