Match review, Barcellona - Inter 2 - 1
Squadra
— 3 ott 2019Suarez ribalta il vantaggio di Lautaro, ma la squadra gioca un match gagliardo
BARCELLONA - Fa male, ma bisogna prendere il meglio di quanto visto. E di buono, onestamente, si sono viste tante, tante cose. L'Inter che è uscita sconfitta dal Barcellona ha giocato un primo tempo da manuale: difesa accorta, costruzione da dietro, uscita di palla sul pressing del Barcellona e via, dentro negli spazi aperti nell'immenso terreno di gioco del Camp Nou. Dalle punte, da Sanchez allo scatenato Lautaro, e indietro fino a tutti gli altri, i nerazzurri non solo hanno disputato un match solido e tatticamente quasi perfetto, ma hanno dato prova di grande personalità.
Il primo tempo dei nerazzurri è stato un piccolo, grande, capolavoro: il gol dopo 2 minuti di Lautaro Martinez (un minuto e 59 secondi), sei tiri verso la porta di ter Stegen (miracoloso sempre sul Toro) cinque dei quali arrivati dentro l'area di rigore blaugrana. L'uscita di palla è stato il segreto dell'azione nerazzurra, ispirata dal solito Brozovic, capace di prendersi rischi importanti ma decisivi nello sviluppo delle azioni. Farlo di fronte ai maestri del tocco e del possesso era impresa difficile, ma che non ha impedito al croato di chiudere il match con il 91,2% di precisione nei passaggi. Veri e propri apriscatole che davano il là a Sensi, abile a giocare una grande quantità di palle (31) in avanti nella metà campo del Barcellona. Brozovic è stato anche fondamentale in interdizione, con quattro contrasti e tre respinte, a completare un match da applausi.
La ripresa è stata più complicata, soprattutto dopo la magia dell'1-1 di Suarez. Il Barcellona ha alzato il ritmo grazie all'ingresso di Vidal, vera e propria arma in più inserita da Valverde. Il cileno ha alzato la pressione, non ha praticamente sbagliato un passaggio e ha aiutato a crescere anche Leo Messi, determinante nella ripresa: l'argentino ha creato 6 occasioni da gol e dalle sua discese sono nati i due gol di Suarez.
L'Inter però è stata solida e anche feroce nell'andare ad attaccare e a mettere in difficoltà il Barcellona. La prova, monumentale e da sottolineare, è quella di Lautaro Martinez. Primo gol per lui in Champions League, 5 tiri totali, 3 occasioni create. Lenglet e Piqué spesso non sono riusciti a contenerlo: ha giocato sia sul corto che negli spazi, ha dialogato con Sanchez e si è scatenato in campo aperto. La sua rete dopo 1 minuto e 59 secondi è la seconda più veloce segnata in Champions League dall'Inter, dopo quella di Stankovic contro lo Schalke 04 nel 2011, arrivata dopo 26 secondi.
L'Inter ha chiuso il math ocn il 34,5% di possesso palla ma come ha spiegato Conte, tutte le azioni nerazzurre hanno avuto lo scopo unico di andare in verticale per far male al Barcellona. Ci siamo riusciti fino al gol dell'1-1, poi anche un leggero calo fisico (a testimoniarlo il numero di duelli vinti, 43 contro i 55 del Barcellona) ha permesso ai padroni di casa di rendersi più pericolosi.
Ci lecchiamo le ferite, lo ha detto Mister Conte. Ma personalità, coraggio e voglia di correre a lavorare non mancano. Al Camp Nou il messaggio è arrivato forte e chiaro. Ora non resta che pensare alla Juventus, domenica a San Siro. Ci sarà bisogno del calore e dell'affetto di tutti gli interisti. Sempre e solo #ForzaInter!