Inzaghi: "Percorso magnifico: finiamo la salita per vedere il panorama"
Squadra
— 20 apr 2024Le parole del tecnico nerazzurro alla vigilia della sfida del derby di Campionato
Lunedì 22 aprile alle 20:45 l'Inter scenderà in campo per la 33ª giornata di Serie A contro il Milan. Dal Suning Training Centre di Appiano Gentile, la diretta della conferenza stampa di Simone Inzaghi:
Quali sono le sensazioni alla viglia del derby?
«Il derby è sempre il derby, ci sono ottime sensazioni, abbiamo lavorato tanto e bene perché domani potrebbe essere una giornata speciale per tutta la famiglia Inter. Abbiamo ancora l'allenamento di oggi e domani per prepararci nel migliore dei modi e giocare un grande derby».
Come sta vivendo queste ultime ore?
«Abbiamo parlato con i ragazzi di quello che stiamo facendo, abbiamo fatto un percorso magnifico, è stata una bellissima cavalcata, non la stiamo vivendo come un ossessione. Se domani sarà il grande giorno lo speriamo e stiamo lavorando tanto per questo ma non è un’ossessione, quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto dal 13 luglio. Abbiamo fatto un campionato dominato con tantissime insidie, ora la salita sta per finire e vogliamo vedere il panorama, speriamo di poterlo vedere già domani ma sappiamo quello che abbiamo fatto».
Cosa vuol dire giocare un derby che vale uno Scudetto, sarà diverso? «La posta in palio è altissima, gli ultimi 5 derby li abbiamo vinti e ci hanno dato grandissima gioia, ma quei derby domani non conteranno nulla. Conterà come andremo in campo, contro la seconda in classifica che gioca in casa e proveranno a renderci la partita difficilissima».
Calhanoglu ha detto che la squadra è migliorata, ma che soprattutto è migliorato lei. In cosa? «Devo solo ringraziare le persone che sono con me, in primis i giocatori e poi i miei collaboratori che sono con me da tantissimi anni e mi hanno aiutato molto in questo percorso. Poi una grandissima Società alle spalle, a partire dal Presidente, Marotta, Ausilio, Baccin, Ferri e tutti gli altri, con i quali affrontiamo le problematiche tutti insieme per trovare la soluzione migliore. Non dimentico nulla di tutto questo percorso, penso alla finale di Istanbul, momento bellissimo ma è una sconfitta, o a San Siro contro la Sampdoria due anni fa e i tifosi che asciugavano le nostre lacrime. Oggi sono qui in tantissimi e andremo a salutarli. Quando arrivi a traguari importanti è merito di tutto. Sulla tempistica noi stiamo lavorando bene e molto forte, se sarà domani meglio, ma per noi non si tratta di un'ossessione».
Abbiamo visto giocare l'Inter come raramente si è visto in tanti anni, un gruppo coeso e un'atmosfera straordinaria: cosa la rende più orgoglioso? «Le vittorie e i trofei contano tantissimo, ma sono contento della sinergia che abbiamo creato con Società e tifosi, vivo a Milano da tre anni e già dopo tre mesi chi incontravo mi faceva i complimenti per come giocavamo. È il più grande complimento per me, insieme ai trofei vinti».
Come riassumeresti questi anni? «Sono stati tre anni intensi, si è vinto tanto ma non abbiamo mai mollato di un centimetro, abbiamo sempre lavorato allo stesso modo. L'unica cosa che posso fare è lavorare tanto insieme al mio staff, qui ho passato tre anni con grandissimi giocatori. Penso a tutti loro, dal primo anno ad ora: anche chi abbiamo perso ha contribuito per arrivare a questo punto».
Quanto ti farebbe piacere continuare a lavorare con questo gruppo? «Ho ascoltato le parole del Presidente e mi hanno fatto molto piacere, ma non sono state una sorpresa. Ho un grande rapporto con lui, posso solo ringraziarlo per come si è sempre comportato con me, anche nei momenti meno facili. È uno dei Presidenti più vincenti della storia dell'Inter e se lo merita per la sua passione: ora però dobbiamo pensare solo all'obiettivo, al futuro penseremo più avanti, sono sereno perché ho una dirigenza fatta da persone molto molto competenti».
Questa squadra può proseguire questo ciclo? «Assolutamente, il ciclo deve proseguire, se arriva questo trofeo sarebbe il sesto in tre anni, il ciclo deve continuare. Sappiamo che ogni stagione è diversa dall'altra, ma abbiamo una dirigenza che si sta già muovendo perché il ciclo possa continuare, il nostro pensiero però rimane sulla stagione in corso».
Una riflessione sul momento di Stefano Pioli. «Per me è un grande allenatore e un'ottima persona, ci ho lavorato insieme alla Lazio e mi ha sempre dato grande disponibilità. Ha fatto un grandissimo percorso con il Milan, gli auguro il meglio da martedì in poi».
Lautaro non segna dal 28 febbraio: come l'hai visto? «Ha lavorato bene, si nutre di gol come tutti gli attaccanti. è concentrato, ci sono state soste, pause e squalifica, per questo non si è giocato tantissimo, ma è motivato e sta molto bene».
Per lei il suo periodo all'Inter è da considerare come un dono? «Assolutamente sì è stato un percorso importante, ci sono difficoltà, ma si è lavorato bene andando tutti nella stessa direzione. Sono tre anni da ricordare, ma mancano sei partite, siamo vicini a un grandissimo traguardo che speriamo di raggiungere il prima possibile».
Altri obiettivi per il resto del campionato? Buchanan troverà spazio nelle ultime partite? «Tutti i giocatori sono disponibili per domani, tranne Cuadrado, ma penso che martedì tornerà subito in gruppo. Mi spiace perché settimana scorsa ha lavorato molto bene, gli altri da qui alla fine dovranno essere bravi a meritarsi lo spazio, ma tutti sarebbero prontissimi a giocare domani per quello che stanno dando».
Ripensando a tutto il percorso che titolo darebbe? «Siete più bravi voi su questo, però sono contento di come insieme a tutti quanti abbiamo vissuto questi tre anni. È stato bello, è stata una grandissima unione: la felicità dei tifosi si percepisce, qui e in città. Siamo lì, ci manca l'ultimo passo».
Per domani ha dubbi di formazione? «Qualche dubbio c'è, i ragazzi hanno lavorato tutti benissimo, manca allenamento di oggi. Ci saranno tutti tranne Cuadrado, speriamo di poter lavorare bene quest'oggi».
Cosa darebbe in più questo successo alla sua carriera? «Questo trofeo mi darebbe una grandissima gioia: da calciatore però ho vinto parecchio con la Lazio e mi sono tolto grandi soddisfazioni. Mio fratello è di parte, mi ha fatto piacere sentire le sue parole. Poi chiaramente io ho fatto 98 gol, lui 300 quindi c'è differenza, ma ero un giocatore discreto».
Voto alla stagione? «Bisogna aspettare un attimo, tra un mese saremo più lucidi per dare il voto migliore».
Quanto è stata importante il senso di appartenenza di alcuni elementi della squadra? «Abbiamo tanti giocatori italiani e tanti giocatori che sono qui da tanto tempo e sono tifosi dell'Inter: nonostante questo non sentono la tensione, lo zoccolo duro italiano è stato importantissimo, ma anche gli stranieri che sono qui da tanto tempo come il nostro capitano. Anche i nuovi si sono ambientati nel migliore dei modi grazie a questi "vecchietti"».
C'è un momento in cui ha capito che era possibile vincere questo Scudetto? «Le speranze c'erano fin dal ritiro per come abbiamo lavorato qui e in Giappone: i ragazzi lavoravano molto e nel modo giusto, come deve lavorare una squadra che vuole raggiungere alti livelli. Il percorso è stato lungo, ricordare una sola partita mi è difficile, ma ogni scontro diretto è stato importante».