Correa: Gli insegnamenti di Eto’o e Veron, l’Argentina e il sogno nerazzurro...
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— 10 feb 2022Nella terza puntata di “Careers” il “Tucu” racconta il suo calcio dagli esordi all’Inter in un’emozionante intervista
MILANO – In viaggio con Correa dai luoghi delle sue origini all’arrivo in Italia, incrociando leggende nerazzurre come Juan Sebastian Veron e Samuel Eto’o: è questa l’essenza di "Careers", il nuovo format di Inter Inter TV (segui Inter TV su DAZN). Nella terza puntata, dopo Barella e Lautaro Martinez è il “Tucu” a raccontarsi attraverso fotografie e parole chiave in un’intervista emozionante, ricca ed esclusiva.
"Questa è stata la mia seconda partita, un giorno bellissimo perché era l’ultima partita di Sebastian Veron nel campo dell’Estudiantes, una festa incredibile. Tutti aspettavano la sua uscita per applaudirlo e due minuti prima della fine sono entrato io, è stato un bellissimo momento, questa foto la tengo a casa con me, è speciale. Per me è stato più che un grandissimo giocatore, ci ha insegnato tanto, è stato importantissimo. Quando sono arrivato all’Inter mi ha scritto dicendomi che avevo scelto la squadra giusta e io l’ho ringraziato ancora per tutto quello che ha fatto".
"La mia prima esperienza in Europa con la Sampdoria è stato bellissima, ho imparato tanto, ho avuto qualche infortunio ma mi sono portato dietro tante cose belle. Ho avuto compagni come Samuel Eto’o che mi ha aiutato tanto in campo e fuori e quando arrivi dall’altra parte del mondo è importante. Lui è un giocatore pazzesco, l’ho incrociato quasi alla fine della sua carriera, mi ha dato tanti consigli, è stato un grandissimo giocatore".
"La Copa America è stata una grandissima cosa, l’Argentina non vinceva da tanto tempo, è stata una delle gioie più grandi per noi. Io e Lautaro abbiamo un bellissimo rapporto ed è importante, condividere la maglia dell’Inter e quella della nazionale ci aiuterà tutto l’anno, entrambi vogliamo vincere. Il Mate? Lo faccio meglio io!".
"Avevamo vinto la Supercoppa in Arabia, sono bellissimi ricordi perché per giocare queste finali devi metterci tanto e quel giorno abbiamo vinto con tanta personalità contro la Juventus. Il Mister mi lascia fare il mio calcio, ci tiene molto che noi attaccanti stiamo sul pezzo sulla fase difensiva, mi chiede di metterci tutto quello che ho ma la cosa che mi piace è che mi lascia essere me stesso".
"Ero un ragazzino che era qui con l’ambizione di venire all’Inter, non è capitato in quel periodo ma grazie a tanti sforzi ora sono qui, adesso sono un uomo con più esperienza. Questa foto serve a rimanere con i piedi per terra perché in quel momento stavo sognando mentre ora sono qui e lo apprezzo ancora di più".