L'allenatore gentiluomo: il ricordo di Gigi Simoni nelle parole dei "suoi ragazzi"



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22 mag 2020
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Da Moriero a Galante: ritratto di un uomo gentile e interista


MILANO - Quando si parla di Gigi Simoni viene quasi naturale assumere un'espressione serenità sul viso. Era quello che trasmetteva, in campo, durante gli allenamenti, nella vita. Una persona gentile, un uomo buono, un bravissimo allenatore. Un papà per una generazione di calciatori, il cardine di un gruppo, quello dell'Inter 1997/1998 che ancora oggi si identifica nella "squadra di Simoni", con ex compagni di squadra rimasti uniti nel ricordo di un'avventura nerazzurra rimasta nei cuori di tutti anche grazie alla Coppa Uefa vinta a Parigi.

"Qui siete tutti uguali tranne uno". La frase con cui si presentò nel ritiro dell'Inter nell'estate 1997 avrebbe potuto fare scalpore. Ma quell'uno era Ronaldo e il gruppo apprezzò la franchezza del tecnico al cospetto del Fenomeno brasiliano. "Ce lo disse da subito: siete tutti in discussione, ma con quel discorso su Ronie ruppe l'imbarazzo e ci conquistò in un secondo". Il ricordo di Francesco Moriero è nelle parole, incrinate dalla tristezza: "Quella era una squadra ricca di talenti, ma soprattutto era un gruppo unito che, quasi 25 anni dopo si sente ancora, tutti amici".

"Ricordo quel giorno a Piacenza - racconta Moriero -. Simoni mi rimproverava il fatto che non passassi il pallone. Stava per sostituirmi, io mi spostai sulla fascia sinistra. Presi palla, scartai tutti, feci gol. Poi andai in panchina e dissi: 'Visto mister? Ora l'ho passata'. Ci facemmo tantissime risate". 

"Capiva l'uomo e le caratteristiche del giocatore, dava un'opportunità a tutti facendo sentire tutti importanti. Gli episodi indelebili sono tanti, come i due gol che Ronaldo gli promise prima della partita di Mosca in Coppa Uefa. Grazie a Gigi quell'anno siamo diventati tutti interisti, non ricordiamo un episodio in cui abbia perso la pazienza, quando capitò lo fece dando del "Lei" all'arbitro. Un signore".

Sensazioni e ricordi condivisi anche da Fabio Galante: "Il rapporto tra la squadra e Simoni era straordinario, nessuno si è mai scontrato con lui. La sua abilità fu quella di gestire al meglio il gruppo, conservando la sua consueta umiltà. Per noi fu davvero un padre di famiglia: un papà sereno, che ti metteva sempre a tuo agio". Come la sera prima di Inter-Real Madrid: "Eravamo in ritiro, facce lunghe e tanta tensione. Arrivò Gigi e ci disse: 'Ragazzi, cosa è tutta questa preoccupazione? Mica dobbiamo giocare contro il Real Madrid...'. E tutti giù a ridere". Il meglio da tutti. Beppe Bergomi ha ricordato come grazie a Gigi Simoni sia riuscito a conquistarsi un posto la Mondiale del '98, il quarto della sua carriera. "Solare, umile, sorridente e puro", le parole scelte da Francesco Colonnese.

E poi Ronaldo. Il Fenomeno, ai suoi massimi proprio nel '97/'98. Un legame speciale, quello tra l'Inter, il brasiliano e l'allenatore nato a Crevalcore. Sul suo profilo Instagram Ronie ha salutato Gigi con parole che non ha bisogno di commenti: "Gigi Simoni per me non è stato solo un allenatore. Se oggi penso a lui, penso a un uomo saggio e buono, che non ti ordinava di fare le cose, ma ti spiegava perché quelle cose erano importanti. Penso a un maestro, come in quella foto che facemmo a Natale: lui direttore, noi l’orchestra. Lo ricordo così, con quel sorriso, la sua voce sempre calma, i suoi consigli preziosi. Potevamo e dovevamo vincere di più, ma abbiamo vinto insieme, la cosa che ci raccomandava sempre: grazie mister, mi hai insegnato più di quanto immagini".


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