Conte: “Dobbiamo essere compatti, alzare la testa e ripartire subito”



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12 dic 2020
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Le dichiarazioni dell’allenatore nerazzurro alla vigilia dell’undicesima giornata di campionato


APPIANO GENTILE – Domani alle 12.30 i nerazzurri saranno impegnati alla Sardegna Arena per sfidare il Cagliari nella gara valida per l’undicesima giornata di Serie A con fischio d’inizio alle 12:30. Alla vigilia della partita Antonio Conte in conferenza stampa ha risposto alle domande dei giornalisti collegati.

Che gara si aspetta domani? "Mi aspetto una gara difficile. Quando giochi contro il Cagliari devi aspettarti sempre questo tipo di partite. Noi dobbiamo essere bravi a giocare nella maniera più giusta fin dal fischio d’inizio".

Come sta Vidal? Che reazione si aspetta a Cagliari? "Arturo è ancora out. Ha ripreso a lavorare. Chiaramente bisognerà riportarlo nelle migliori condizioni rispettando tempi che non sono lunghi ma vanno rispettati. L'uscita dalla Champions è stata dolorosa sia per me che per la squadra, ci credevamo. Avevamo rimesso in piedi una situazione che dopo la sconfitta con il Real Madrid era diventata molto difficile e ci è dispiaciuto uscire così. Ora bisogna metabolizzare e alzare la testa. È giusto ci sia dolore e rammarico, ma sappiamo che bisogna affrontare subito una partita nella migliore maniera possibile".

Che messaggio vuole dare in questo momento ai tifosi?

Non prestiamo il fianco a chi vuole distruggere qualcosa di importante che si sta costruendo, che potrà dare frutti in futuro. Bisogna stare compatti e uniti. Questo percorso l’anno scorso ha portato un secondo posto, una finale di Europa League, una semifinale di Coppa Italia, abbiamo guadagnato credibilità, c’è stata una valorizzazione di giovani. Capisco che c’è impazienza ma quando inizi a lavorare il tempo più importante da spendere è quello per costruire le fondamenta, poi si può costruire un grattacielo che è quello che meritano i tifosi dell’Inter ma bisogna essere uniti. Dobbiamo farci trovare compatti, noi stiamo lavorando per crescere.

Non si sente l’obbligo di vincere lo scudetto quest’anno?

Quando ho intrapreso questo percorso la società è stata molto chiara, mi ha parlato di un percorso di crescita, valorizzazione di giovani, e di aiutare a fare crescere giocatori e top player. Sapevamo che sarebbe stato difficile quest’anno anche a livello finanziario a causa delle conseguenze del Covid, che ci sarebbe stato un rallentamento ma che c’era bisogno di stare uniti per proseguire il percorso cominciato l'anno scorso. Le parole del Presidente che avete letto credo rispettino quello che ho detto. A me è stato detto questo e credo di essere in linea con quanto detto. L’eliminazione in Champions brucia e chi mi conosce sa come la sto vivendo.

La sensazione è che in partite con avversari chiusi la squadra fatichi a sfondare. Come si affronta questa situazione? Perché Eriksen rispetto a tanti che hanno avuto grandi miglioramenti sembra sia cresciuto meno?

Chi ha detto che non sta migliorando?  Voi vedete Eriksen nella partita giocata, ma il compito di un allenatore è portare tutti ad un miglioramento. Lui sa che io cerco sempre di migliorare tutti i miei giocatori, dai più giovani ai più “vecchi” calcisticamente. Io sto lavorando anche con lui cercando di migliorare alcuni aspetti. Il mio compito è di mettermi a disposizione con il mio staff per far crescere tutti. Anche per lui ci sarà il momento per dimostrare tutti i miglioramenti fatti.

Spesso ci troviamo davanti squadre che cercando di parare i colpi. Ma in campionato abbiamo il miglior attacco così come l’anno scorso dietro l’Atalanta. È davvero strano che in 180 minuti contro lo Shakhtar tutto quello che abbiamo creato non siamo riusciti a concretizzarlo. Il fatto che le squadre ci affrontino così significa che c’è tanto rispetto verso di noi ma noi dobbiamo essere più cinici e cattivi perché bisogna finalizzare le occasioni e fare gol per vincere.

Il fatto di avere la possibilità di preparare meglio le partite può essere un vantaggio? Negli scontri diretti con le grandi squadre invece in cosa dovete crescere?

Bisogna crescere in tante cose, avere la pazienza di continuare a lavorare e di far crescere tutti i giocatori per affrontare al meglio questo tipo di partite senza avvertire troppa pressione che può portare a “sgonfiarsi”. È importante crescere anche da questo punto di vista, sapere che ci sono partite che vanno vinte a prescindere, ancora prima di scendere in campo. Stiamo parlando di una squadra che ha iniziato un percorso e che ha ancora molto lavoro da fare da questo punto di vista ma io vedo come si allenano i giocatori e ho molta fiducia. Bisogna lavorare per essere ancora più pronti e competitivi. Il fatto che sia rimasto campionato e Coppa Italia per me è un dolore soprattutto per come siamo usciti dalla Champions, lascia tanto rammarico e amarezza. Ora c'è il campionato e dobbiamo concentrarci su questo.

Perché l'Inter non ha meritato la qualificazione? Analizzare questo può aiutare per il futuro?

In tutte le delusioni e situazioni negative bisogna essere intelligenti e cercare di capire come lavorare per migliorare, per rispondere la volta successiva in modo migliore. Nel girone le partite che abbiamo pagato di più sono state quelle contro il Real Madrid perché negli scontri diretti contro Borussia e Shakhtar abbiamo dimostrato che meritavamo molto di più, invece con il Real Madrid siamo mancati soprattutto nella gara di ritorno, ci siamo complicati la vita. Dobbiamo imparare a capire che ci sono momenti in cui l’errore deve essere ridotto al minimo.

Per quello che sei tu, le aspettative sono troppo alte rispetto alla qualità dell’Inter in questo momento?

Non è giusto parlare di qualità, io posso parlare della situazione. Nel momento in cui l’anno scorso ho preso l’Inter la situazione non era top ma lo sapevo e mi è stato detto e da parte mia c’è stata grande voglia di mettermi in gioco sotto tutti i punti di vista cercando attraverso il lavoro di portare l’Inter dove merita. Ho questa ambizione, voglia, determinazione e speranza. Il Covid ha portato difficoltà importanti ma io devo lavorare dando tutto e mettendoci sempre la faccia.

Nel Cagliari c’è Godin, ex Inter, per alcuni la sua partenza è stata una sorpresa.

Ho grande rispetto nei confronti di Diego e grande affetto per quello che mi ha dato l’anno scorso. Lui sa il mio pensiero nei suoi confronti e l’importante è che lo sappia lui.


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