Roma - Inter 2 - 2, match review

Nel match review nerazzurro potete trovare, il giorno dopo ogni partita dell'Inter, un'analisi tattico-statistica della sfida oltre agli highlights del match. Per riceverlo, basta registrarsi su inter.it. Guarda gli highlights di Roma-Inter 2-2 in fondo all'articolo.

Cerchi il ritmo, e magari non lo trovi. Allora provi con la forza: ti riesce il primo colpo, ti manca quella per assestare il K.O. Ti ritrovi quasi al tappeto, praticamente in maniera inaspettata. Ma hai carattere: ti rialzi, assesti il tuo sinistro e poi suona la campanella: pari. Roma-Inter come il pugilato, una notte di schermaglie tattiche, di studio intenso e di pochi svolazzi, perché le energie ormai sono quelle che sono. Attese e tanta osservazione, poi i colpi diretti, al momento giusto. Siamo usciti con un pareggio da Roma: c'è l'amarezza per tre punti che potevano pesare tanto, ma c'è anche la consapevolezza che i giallorossi stanno attraversando un buon momento di forma e che il pari agguantato nel finale è la testimonianza che questo gruppo non molla, mai.

La tattica chiara di entrambe le squadre è stata chiara: pressione alta. L'Inter ha provato a portarla fin dall'inizio, con i due attaccanti sui centrali di difesa, coadiuvati da Brozovic, pronto ad alzarsi sul terzo difensore per impedire alla Roma una costruzione ragionata dal basso. Cosa che invece l'Inter ha fatto con costanza: Skriniar, de Vrij e Bastoni sono, nell'ordine, i tre giocatori che hanno sommato più passaggi (214 su 504, il 42% del totale).

Un coinvolgimento positivo, con picchi del 96% di precisione (Skriniar) e comunque mai sotto il 90%. Giocare insieme, anche al portiere: Handanovic è stato esemplare nell'avvio della manovra con i piedi, con 36 passaggi completati su 37 tentati.

De Vrij ha timbrato il suo quarto gol stagionale ribadendo la grande superiorià nerazzurra nel fondamentale dei colpi di testa: 18 reti così in Serie A, 21 in stagione.

Quello che è mancato all'Inter vista a Roma è stata la brillantezza nel trovare i varchi per le conclusioni: solo 8 e solo 3 nello specchio della porta. Dati praticamente analoghi a quelli dei giallorossi (7 conclusioni totali, 3 in porta), che hanno trovato il gol al primo tiro nello specchio del loro match, al termine del primo tempo. Soprattutto nel primo tempo l'Inter ha avuto un baricentro molto basso, 46,9 metri, mentre nella ripresa la squadra si è alzata e lo ha fatto progressivamente, anche grazie alle energie dei nuovi entrati, salendo a 57,6 metri. Il contrario di quello che ha fatto la Roma, più aggressiva nel primo tempo e più diretta nella ripresa, con il coinvolgimento costante degli esterni Bruno Peres e Spinazzola. Sovrapposizioni e percussioni centrali, con l'asse Mkhitaryan-Dzeko a lavorare profondamente.

Hanno funzionato meno del solito, per i nerazzurri, le corsie esterne, con 7 cross totali contro i 12 della Roma. Chi ha lavorato con grande generosità e lucidità sono stato Brozovic, Barella e Gagliardini. Tanti chilometri percorsi, una mole di gioco importante. Leggere le posizioni sulla trequarti di Mkhitaryan e Pellegrini è stato un compito non semplice ma al quale i tre si sono dedicati con grande generosità. Brozovic non si è risparmiato nemmeno in fase offensiva, con due conclusioni. 

I cambi hanno permesso a Conte, nel finale, di trovare il pareggio e di cercare il gol vittoria. Moses ha avuto un impatto importante sul match, una presenza sulla fascia destra che ha mandato in confusione Spinazzola, costringendolo ad un goffo fallo da rigore. Lukaku, rientrato dopo due turni, ha trovato il 13esimo gol in trasferta con il sesto rigore (su sei calciati).