La filastrocca e il gol al Liverpool: Peiró, un simbolo della Grande Inter
Società
— 18 mar 2020Addio a uno dei protagonisti nerazzurri nella Coppa dei Campioni 1964/1965
MILANO - La foto è sfocata, ma il momento è impresso nella mente di tutti gli interisti. Questione di astuzia, furbizia, tempismo. Questione di forza di volontà, di reazione alla sconfitta. Palleggiava, Lawrence, il portiere dei Reds. Prendeva tempo, custodiva il 3-1 dell'andata del Liverpool, con il match di San Siro sull'1-0. Aveva la palla in pugno, la faceva rimbalzare. Una volta, due, alla terza non la ritrovò più. Un guizzo fulmineo, la palla rubata di sinistro e depositata in rete di destro: 2-0, preludio al devastante tris di Giacinto Facchetti. 3-0, Inter di nuovo in finale di Coppa dei Campioni.
Per anni è stato ribattezzato gol alla Peiró. Lui, Joaquím, spagnolo di Madrid, era arrivato dal Torino, per completare la filastrocca della Grande Inter di Herrera. Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarnieri, Picchi, Jair, Mazzola, Peiró, Suarez, Corso. Lo si canta così, da oltre cinquant'anni, in mezzo agli altri mostri sacri di quella squadra senza precedenti. Lawrence, poco prima di subire uno dei gol più assurdi della storia, aveva completato l'uscita sul pallone dando una vigorosa spallata proprio a Peiró. Al quale, da terra, rialzandosi, balenò l'idea astuta di soffiargli la palla. Sconfitta e caduta, resistenza e risalita, genialità e decisione, fino alla vittoria: un gol, quello dello spagnolo, che è la fotografia dell'Inter.
Era rapido e tecnico, con una grande progressione. Nella Coppa Campioni 1965, tre gol. Una doppietta pesante con i Rangers nei quarti, la rete al Liverpool a San Siro. Nemmeno i compagni si aspettavano quel gesto. Sorprese tutti, a partire dal portiere dei Reds e da tutti i giocatori inglesi, che dopo il gol circondarono l'arbitro protestando. Quasi un'aggressione, in netto contrasto con i salti di gioia pura di Peiró, nell'abbraccio con i compagni sullo sfondo.
Quel gol però, oltre che a restare impresso nella storia nerazzurra, contribuì in maniera determinante alla seconda galoppata consecutiva della squadra di Herrera. Quindici giorni dopo, sempre a San Siro, la palla velenosa calciata da Jair e zuppa di pioggia e fango si infilò sotto la pancia di Costa Pereira per regalare all'Inter la seconda Coppa dei Campioni della storia nerazzurra.
Real Murcia, Atletico Madrid, Torino, Inter e Roma sono state le tappe della carriera di Peiró. Che ha sempre ricordato che quel gol lo ha legato in maniera indissolubile al club nerazzurro. Un filo che non si è mai spezzato: la figura di Joaquím campeggia, assieme a quella di Suarez, nella sala Spagna nel nuovo Inter HQ.
L'Inter lo ricorda così, i calzettoni abbassato, lo sguardo vispo, mentre spinge quel pallone nella porta vuota di San Siro. Ciao Joaquím, e grazie!