Inter Forever, Ruben Sosa: "Il segreto delle mie punizioni..."
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— 3 gen 2019Potenza mancina e un amore smisurato per i colori nerazzurri: "L'Inter è la squadra più forte in cui ho giocato. Mi sentivo tutt’uno con i tifosi"
MILANO - Ah, come calcia Ruben Sosa. Nel Manuale del calcio a pagina 321 trovate la sua foto sotto la definizione: botta da fuori. Ma Ruben Sosa, talento incredibile e personalità unica, ci tiene a ricordare alcune cose. Il suo amore per l'Inter, per cominciare "la squadra più forte in cui ho giocato. Mi sentivo tutt'uno con i tifosi e forse per quello che sono rimasto ancora affezionato a questi bellissimi colori".
E quelle punizioni, capolavori balistici indelebili: "Il segreto? La verità è che a me piaceva tantissimo allenarmi. Restavo ad Appiano a calciare, calciare, calciare. Guardavo anche gli altri, come mettevano la palla: Enzo Francescoli, per esempio, era bravissimo e in Nazionale facevamo gare su gare. Quando il pallone era sui 30-35 metri, era la mia posizione preferita. Me lo facevo toccare e calciavo fortissimo. Boom".
Da specialista, tocca a Ruben stilare la classifica dei tre giocatori che avevano qualcosa in più nel calciare da fermo: "Metto Maradona, Roberto Carlos e Roberto Baggio. Diego aveva le mani al posto dei piedi, era incredibile. Se non faceva gol prendeva la traversa. Roberto Carlos aveva un modo di calciare potente e preciso. E Baggio, beh, lui la pennellava dove voleva, sul serio. Tutti e tre divini".