Inter Campus Bulgaria, lo sport accessibile a tutti
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— 13 ott 2017Garantire educazione, inclusione sociale e benessere psico-fisico a chi ne ha più bisogno
Durante questa prima visita stagionale, la delegazione Inter Campus in terra bulgara ha svolto le consuete attività: consegna delle nuove maglie a tutti i bambini partecipanti, lezioni teoriche in aula e decine di dimostrazioni pratiche sul campo gestite dai nostri tecnici, Gabriele Raspelli e Roberto Redaelli. Un processo formativo lungo, mirato ad accrescere le conoscenze dei cinque allenatori-educatori locali e sviluppare le loro competenze pedagogiche per far si che l'insegnamento della pratica sportiva diventi un efficace strumento di integrazione, inclusione sociale e benessere psico-fisico.
Stefan e Ventsislav, operatori dell''orfanotrofio di Dupnitsa seguono da circa un anno questo percorso formativo con Inter Campus e allenano un gruppo di bambini e adolescenti privi di cure genitoriali insieme ad altri che frequentano la scuola adiacente. Midko e Vladimir, già da anni a Troyan, sul magnifico campo in erba immerso tra i monti Balcani, allenano una cinquantina di bambini rom e bulgari. Infine Doncho, allenatore del piccolo villaggio di Banja, al quale indirizziamo un particolare elogio per la professionalità con la quale svolge il suo ruolo di tecnico, gestendo due gruppi di circa trenta rom che hanno iniziato la loro avventura con Inter Campus nel 2000, quando avevano sette anni. A quell'epoca la maggior parte di loro era priva di regole, sul campo seguivano... le "leggi rom" ci spiega il piccolo Jardel, bambino del progetto. Ha 13 anni, oramai ci conosciamo bene. Il suo atteggiamento è cambiato molto da allora a oggi.
Educare diffondendo i valori sani dello sport a minori vulnerabili, a rischio d'emarginazione sociale, questa la nostra mission dal 1997 al fianco della Fondazione partner Stefan Noykov di Sofia. Ogni allenamento diventa un'opportunità di accrescere la fiducia in sé stessi e nel prossimo, dagli esercizi iniziali sotto forma di giochi, sino alle attività specifiche. L'allenatore diventa un riferimento.